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Il fascino discreto della borghesia

Regia di Luis Buñuel vedi scheda film

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La recensione su Il fascino discreto della borghesia

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10 L'ambasciatore di Miranda, uno stato sudamericano, è invischiato nel traffico di droga insieme a un gruppo di borghesi francesi, suoi amici, costituito da due coppie, i signori Sénéchal e i Thevenot. Ogni volta che il gruppo si incontra per andare a mangiare fuori, una circostanza imprevista manda all'aria il loro progetto.
Terzultimo film di Bunuel, è una commedia intrisa di veleni satirici contro la borghesia che riprende alcuni procedimenti narrativi di matrice surrealista già sperimentati nei primi film del regista spagnolo come "Un chien andalou" e "L'age d'or", ma in una forma più accessibile al grande pubblico. E' un film che spesso riesce a divertire e ad intrattenere grazie al suo intelligente "humour noir", ma è un'opera in cui, naturalmente, non ci si può fermare alle apparenze e che richiede un adeguato sforzo interpretativo: si tratta di un gioco al massacro di derivazione anarchica e nichilista in cui il regista svela la falsità e l'ipocrisia dei valori borghesi e se la prende allo stesso tempo con altri baluardi del sistema sociale come l'esercito e la Chiesa, mostrando ancora una volta la loro corruzione e gli innumerevoli compromessi che intaccano le loro attività. Dunque, un film apparentemente "leggero" nei contenuti, ma grave nel fondo, e un'opera formalmente impeccabile, con una fluidità di scrittura che permette di seguirne le vicende senza cadere nelle trappole dell'astrusità che altre volte intaccano prodotti del genere. Un'opera giovanile e piena di vitalità, seppur diretta da un regista ultrasettantenne, in cui gli attori sembrano divertirsi e al contempo mettono in mostra un talento recitativo che si sposa con naturalezza alle piroette surreali della regia. All'epoca fu accolto generalmente con entusiasmo dalla critica (molti lo ritengono ancor oggi il capolavoro di Bunuel) e vinse perfino un Oscar come miglior film straniero, un premio meritato, ma su cui avrebbero scommesso certamente in pochi (ad Hollywood Bunuel non riscosse mai grandi simpatie).

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