Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Fuggito per il terzo anno di fila dalle grinfie degli zii schiavisti, Harry arriva a Hogwarts e scopre che il terribile Sirius Black (Gary Oldman) è sulle sue tracce. Tutto intorno a Harry è cambiato: così come è successo a lui (o meglio l’attore Daniel Radcliffe). Hogwarts sembra meno ospitale; le ambientazioni sono più dark, grazie anche alla regia di Cuaròn, che prende il testimone da Columbus. Tale vena “nera” era prevedibile già dalle anticipazioni rappresentate dal trailer, dai cartonati nei cinema, addirittura dallo stile della locandina.
C’è un po’ di Dickens ed un po’ di Shakespeare nelle ambientazioni, nelle interpretazioni, nelle atmosfere di “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”, tanto che questo sembra, forse non il migliore, ma certamente il più inglese dei film sul maghetto occhialuto. Rispetto agli altri film, è più palese la crescita dei maghi, in particolare di Ron, ma anche di Hermione (Emma Watson), che si vedono usciti dall’età dell’infanzia per entrare nel mondo dove si fa sul serio. Straordinarie le scene col lupo mannaro, l’interpretazione dell’immenso Oldman e l’incipit in autobus.
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