Regia di Jafar Panahi vedi scheda film
Dopo IL CERCHIO, pellicola che trattava la disgraziata e problematica condizione femminile in Iran, il regista Jafar Panahi, ispirandosi a un fatto di cronaca, tocca l'altrettanto scottante tema della sempre più netta differenza fra classi sociali presente nel paese mediorientale. Se la precedente pellicola (come ORO ROSSO anch'essa vietata in patria) evitava cadute nel patetico e nella retorica risultando assolutamente matura e convincente, ORO ROSSO non riesce, almeno a mio parere, ad analizzare con la medesima efficacia il problema trattato. Non mancano riferimenti Scorsesiani (il protagonista ricorda talvolta il Travis di TAXI DRIVER), neorealistici e Pasoliniani, ma quello che non mi ha convinto in questo affresco metropolitano, oltre a ritmi davvero sonnolenti e un protagonista irritante nella sua monoespressivita', e' la scarsa e poca convinzione col quale viene affrontato il tutto. Non stiamo certo analizzando un prodotto europeo o comunque occidentale, con tutte le libertà che un regista può prendersi, ma il sospetto e' che Panahi, abbia preferito starsene un po' sulle sue, senza affondare la lama come avrebbe invece dovuto. Resta comunque un brano di cinema da non sottovalutare e da apprezzare perlomeno per i suoi intenti.
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