Regia di René Clément vedi scheda film
Il film parte bene, ma poi rallenta inesorabilmente secondo schemi più consoni a un regista come Clément che a un genere cinematografico come il noir. Il film risente di una serie di elementi eterogenei, come il cast composito (francese Trintignant, americano Ryan, italiana Lea Massari) e l'ambientazione (tutti giocano in campo neutro, cioè in Canada), ma tutto sommato funziona, soprattutto grazie alla trovata del regista e dello sceneggiatore Japrisot di fornire tutta la vicenda di rimandi all'infanzia (la vita è gioco? la vita è crudele come un gioco? nelle avversità nascono le amicizie?). Il finale con troppe pseudosorprese non rovina un film che, nonostante i suoi molti difetti (i sentimenti che entrano in campo sono fin troppi, come la gelosia, l'avidità, il senso di colpa, e rischiano di confondere le acque), colpisce nel segno anche grazie a un buon gruppo di caratteristi di contorno. Trintignant si sforza di adattarsi ad un personaggio che in partenza sembrerebbe totalmente fuori dalle sue corde e almeno parzialmente ci riesce. Completamente fuori parte mi pare invece la Massari, più portata per l'intimismo del cinema europeo: pur somigliando alla Karen Black di "Cinque pezzi facili", non ne possiede l'ingenua sensualità.
Un cittadino francese approda a Montreal braccato da una banda di zingari. Durante la fuga assiste all'omicidio di un tizio che prima di morire gli affida una somma di denaro. Viene poi catturato da una banda che sta preparando un grosso colpo...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta