Regia di Raoul Walsh vedi scheda film
Discreto l'ultimo film di Walsh, ma non di più (soprattutto pensando ai suoi capolavori). E' un western con lunghe scene di combattimento tra soldati americani e indiani, ma queste non sempre sono riuscite. Specialmente la lunga battaglia della parte centrale è un po' debole. Le parti migliori sono le scene di attori, che godono di una buona direzione e di dialoghi arguti. Il film sembra riflettere, allo stesso modo di certe pellicole di Ford, sui tesi rapporti tra colonizzatori e pellerossa, dove spesso le sanguinose guerre erano frutto di pochi militari esaltati o di qualche seminatore di discordia tra gli indiani. In questo caso, il giudizio sui politicanti di Washington è duro, poiché da lì partivano deleteri ordini di fare la guerra dove si era quasi giunti alla pace.
Il tono della vicenda, benché imperniata tutta sui militari e sulla disciplina nel forte, è lontano da retorica militaresca ed epica. I soldati sono infatti spesso degli scansafatiche o dei codardi, e tra i comandanti vi sono individui ottusi e guerrafondai. Interessante e positivo è tuttavia il personaggio del generale, che cita in continuazione i detti degli antichi poeti latini e che vuole la pace.
Molto suggestive, comunque, trovo l'ambientazione e la fotografia. Ci sono ampie vedute sul deserto in versione primaverile, con l'erbetta verde che spunta nelle vallate, e una rara veduta delle cascate del Rio Grande in piena (se mi sbaglio sul fiume, qualcuno mi corregga). Bella, devo dire, la scena finale.
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