Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Fantozzi non fa più ridere. Sarebbe stato meglio dire la parola fine un episodio fa. Invece, nonostante le idee siano completamente esaurite, Parenti e Villaggio (ed il loro nugolo di cosceneggiatori) insistono nel riproporre la macchietta del ragioniere sfortunato e bistrattato anche oltre la vita lavorativa. Quello che ne risulta è un disastroso accatastamento in ordine sparso e sconnesso di sketch già quasi tutti visti e rivisti ('Alla bersagliera!, salendo su una bici senza sellino; oppure Fantozzi che, con la Pina, finge di non eccitarsi guardando un film osè - utilizzando per l'ennesima volta l'identico meccanismo comico delle svariate gag sul cibo), con Villaggio ormai rassegnato a ripetere stancamente i suoi clichè per strappare qualche ghignatina al crasso pubblico ormai dipendente dal personaggio-Fantozzi tanto da non voler nemmeno fare caso se il film non ha alcun senso nè idee decenti alle spalle. Lo sfruttamento economico di un fenomeno intelligente: tristissimo. E inoltre il declino di un eroe, sottolineato oltrettutto dal tono patetico sollevato a più riprese nel corso del film.
Fantozzi va in pensione: il ragioniere vessato e sfruttato lungo oltre tre decenni di lavoro finalmente può riposarsi. Ma, non avendo nulla da fare, ricominciano le disavventure: il tempo libero riempito con hobby frustranti, il nipotino mostruoso da accudire, la gita dei pensionati a Venezia...
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