Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Dopo tanti anni di duro lavoro, anche per il ragionier Fantozzi giunge il momento d'andare in pensione; una sbrigativa cerimonia ed il nostro si ritrova, insieme ai suoi colleghi di una vita, tra i quali il geometra Filini e la signorina Silvani, fuori dagli uffici della "Megaditta", libero di godere del riposo e far fruttare il tempo libero. La gioia, tuttavia, dura poco. Fantozzi è tanto abituato all'ufficio ed alle sue dinamiche, da soffrirne la nostalgia. La sua tristezza è acuita dal sentirsi un peso per la società, la quale non fa nulla per smentirlo. Tenta, dunque, di lenire l'angoscia con hobbies, lavori domestici, gite; coglie negli ex-colleghi i medesimi sentimenti; induce la moglie Pina a sacrificarsi per lui. Il tutto senza esito; non c'è che una cura, per tale malessere ... tornare a lavoro ! Paolo Villaggio interpreta ancora una volta il personaggio di Ugo Fantozzi, in un episodio della serie, seppur diretto dal maestro della comicità "terra-terra" Neri Parenti, molto più "amaro" dei precedenti. Il film conserva la canonica struttura ad episodi, accompagnati dall'immancabile voce narrante, uniti da un ben teso filo conduttore, la difficoltà di essere anziani nella società dell'epoca, bersaglio di un rinnovato spirito critico degli autori. Raggiunta l'età pensionabile, la persona è invitata, senza troppi complimenti, a lasciare il posto di lavoro. Non perchè le si voglia riconoscere un diritto al riposo dopo una vita di fatiche, bensì perchè ella non è in grado di rendere come una più giovane. Non l'esperienza, non la saggezza, hanno importanza; l'uomo si trova all'improvviso privo di quella che per lui - nella nostra contemporaneità - è una ragione di vita, di soddisfazione personale ed economica. Ne' dall'esterno riceve valido ausilio; il pensionato è compatito, quasi tollerato, a volte disprezzato. Non c'è, dunque, che un rimedio. Tornare a lavorare; anche gratis, pur di poter tornare a sentirsi ... vivi. E' la sorte che attende Fantozzi ed i suoi compagni, mostrati nelle ultime sequenze simbolicamente prigionieri in un ufficio buio e fumoso, una sorta di girone infernale dal quale non c'è via di scampo. Sono presenti in scena, insieme a Paolo Villaggio, Milena Vukotic, una tenace, infaticabile, ammirevole Pina; Plinio Fernando, nei panni di Mariangela e della nipotina di Fantozzi, Uga; Gigi Reder, un geometra Filini più orbo che mai; Anna Mazzamauro, una signorina Silvani depressa poichè destinata ad invecchiare in solitudine. Sono presenti in ruoli minori, altresì, Ennio Antonelli, Antonio Allocca, Paul Muller. Il racconto ha un buon ritmo. Tra le sequenze di maggior impatto, quella dedicata al viaggio a Venezia, organizzato dall'INPS con lo scopo precipuo di ... eliminare la propria "clientela"; quelle, decisamente drammatiche che mostrano un Fantozzi mascherato da "giovane" primeggiare in una prova concorsuale grazie all'uso di carta, penna e cervello ai danni di un mucchio di ragazzotti acidi ed ambiziosi, svelti al computer ed inconcludenti, ma non potersi avvalere del risultato ottenuto perchè scoperto; la disperazione della "signorina" Silvani, la quale, pur di lenire la propria solitudine, sceglie di concedersi a Fantozzi, il quale, proprio per tal motivo, la rifiuta. L'epilogo è agrodolce; non vi è altra possibilità, per essere felici e soddisfatti, se non quella di tornare ad essere "inferiori" e sfruttati. A volte, nella nostra società, Il lavoro è una concessione, non un diritto / dovere. Non mancano i classici siparietti "fantozziani". Il povero pensionato è vittima di disgrazie e sfortune di ogni sorta; sotto questo aspetto nulla cambia. Si ride e ci si diverte, dunque; ma, data la drammaticità del "background", è un riso amaro. Forse il più pessimista tra i primi sei episodi della serie, del quale consiglio la visione ad appassionati e non, a seguito dei primi due. Nascita, maturità, tramonto di un indimenticabile personaggio della commedia italiana.
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