Regia di Moisés Kaufman vedi scheda film
E' costruito come un reportage (a base di interviste) realizzato da 4 studenti sui postumi e gli strascichi di un pestaggio finito in omicidio commesso nell'ottobre del 1998 da due ragazzi ai danni di un omosessuale nel Wyoming. Le atmosfere si fanno subito pesanti e lo schema fatalmente ripetitivo, ma quel che pesa maggiormente sulle ambizioni di resa emotiva del film è che la stessa vittima, Matt Shepard, rimane invisibile (si sarebbe comunque trattato di un attore), tanto meno ci viene mostrato l'atto criminale. Le finalità di questa scelta sono intuibili: non si è voluto scadere nel pietismo. La spunto è per parlare di pregiudizi, dei cosiddetti "hate crimes" e d'intolleranza verso chi si reputa "diverso", tutti nervi scoperti negli Stati Uniti (e altrove), probabilmente ancor di più nel profondo (e apparentemente placido e candido) Nord, qui la località di Laramie - population 30'000 circa - sinedocche di una nazione intera.
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