Regia di Mario Bava vedi scheda film
Senza dubbio alcuno ci troviamo dinanzi a quello che oltre ad essere riconosciuto come capolavoro assoluto, potrebbe essere benissimo considerato uno tra i lungometraggi di esordio più clamorosi della storia del cinema mondiale, La maschera del demonio infatti segna il vero esordio alla regia del maestro Mario Bava, che sino ad allora aveva collaborato con innumerevoli registi del panorama cinematografico Italiano, ricoprendo molteplici ruoli quali operatore di macchina, addetto agli effetti speciali, direttore della fotografia, fattore che portava Mario Bava ad essere riconosciuto come un eccellente tecnico sopratutto tra gli addetti ai lavori.
Mario Bava confeziona quello che da decenni viene considerato il massimo esponente del cinema gotico Italiano, confermando le sue innate qualità di tecnico cinematografico e rivelando inoltre un ineccepibile cura per i dettagli, ogni singolo aspetto all'interno della pellicola viene portato sullo schermo con cura decisamente maniacale, tutto risulta perfettamente amalgamato all'interno del contesto fantastico che ci viene proposto, le scenografie realizzate in maniera straordinaria con pochissimi mezzi risultano di notevole impatto visivo, la fotografia particolarmente ricercata riesce nell'intento di lasciare lo spettatore senza fiato ammaliandolo con il suo insieme di particolari quanto strabilianti giochi di luce, le emotivamente potenti musiche di Roberto Nicolosi contribuiscono ad arricchire le atmosfere meravigliosamente suggestive.
Con La maschera del demonio Mario Bava ebbe inoltre il merito di scoprire la allora semi-sconosciuta Barbara Steele, meravigliosa attrice dallo sguardo magnetico che successivamente si affermerà meritatamente come protagonista assoluta del genere. Ci troviamo certamente dinanzi ad una pellicola esteticamente eccelsa, grande successo di pubblico negli Stati Uniti d'America alla sua uscita nelle sale cinematografiche, capostipite (tralasciando I vampiri di Riccardo Freda uscito nel '1957) di un genere che si propagherà a macchia d'olio per un periodo di tempo piuttosto breve nei primi anni 60, una pellicola divenuta con il passare del tempo celebre tra i cinefili di tutto il mondo, abbracciando meritatamente la nomea di capolavoro assoluto, spesso omaggiata da alcuni tra i maggiori registi viventi al mondo, Tim Burton nel suo Sleepy Hollow del '1999 fa sfoggio di scenografie che rimandano piuttosto chiaramente alla pellicola di Mario Bava.
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