Regia di Mario Bava vedi scheda film
Primo film di Bava, primo immenso capolavoro dell'horror italiano. Sì, perchè il film si allontana da "I Vampiri" di Freda, per iniziare tutto un altro processo estetico, quello appunto baviano. Tratto dal "Vij" di Gogol', ma meno naturalistico e più onirico, il film di Bava racconta di una coppia di amanti/stregoni uccisi a loro tempo e che ora tornano per vendicarsi. Sono vampiri, ma la trama, seppur precisa e senza falle, non è l'aspetto principale della pellicola. Infatti, ciò che apprezziamo di più sono i movimenti di macchina, i giochi di luce (incredibile la dimensione onirica che ha il film!), gli effetti speciali e l'inizio di quella crudezza splatter, che oggi è addirittura strausata malissimo. Sembra di essere in un bellissimo incubo, in cui un bianco e nero affascinante, ci seduce. E noi, senza freni ci abbandoniamo al piacere della decadenza: elemento essenziale di molto horror sia cinematografico che letterario. E sicuramente, elemento che il primo Mario Bava amava trattare (infatti gli ultimi anni '70 sono più secchi, duri, moderni).
Un capolavoro che fa morire d'invidia i grandi classici del genere, dal "Dracula" di Browing alle produzioni Hammer dei '50.
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