Regia di Giovanni Fago vedi scheda film
Nella Firenze dei Medici di metà Cinquecento vive e opera Jacopo Carucci, detto il Pontormo. Mentre è intento a dipingere il magistrale affresco del Coro di San Lorenzo, il Pontormo si prodiga per difendere una donna considerata strega, a cui è stata tagliata la lingua, che per l'artista diviene una musa.
Ottimo lavoro dal punto di vista estetico - e dato l'argomento non è affatto poco - ma decisamente modesto per quanto riguarda i contenuti e in particolare la tenuta narrativa, Pontormo - Un amore eretico rappresenta la chiusura in grande stile per la filmografia di Giovanni Fago, regista dalla lunga, ma non troppo splendente carriera, cominciata alla fine degli anni Sessanta - come era uso ai tempi - con una manciata di spaghetti western e proseguita quindi soprattutto nell'ambito delle fiction tv. Questa pellicola sul Pontormo è un omaggio a un grande artista e un esercizio di stile a discreto budget; fra tali due anime, però, sembra prevalere la seconda, che fa in modo che spesso dialoghi e psicologie dei personaggi passino in secondo piano rispetto alle scenografie e ai costumi. Francamente verbosa la sceneggiatura firmata da Massimo Felisatti e Marilisa Calò, desiderosa di mettere in piedi una biografia e, in parallelo, di ricostruire un'epoca ricorrendo all'effetto speciale più economico in circolazione: la parola; vale la pena in ogni caso sottolineare i validi nomi che compongono il nucleo centrale del cast, da Joe Mantegna a Toni Bertorelli, da Laurent Terzieff a Vernon Dobtcheff, con ruoli anche per Galatea Ranzi, Massimo Wertmuller e Andy Luotto. Cento minuti ben illustrati, di solido mestiere votato però più all'apparenza che alla concretezza. 3,5/10.
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