Regia di Daniel Burman vedi scheda film
VOTO : 6.
Pellicola argentina caratterizzata da un ammassamento di figure che ruotano intorno all'indiscusso protagonista, un ragazzo di origini ebraiche pronto a fare il passaporto polacco per andare in Europa alla ricerca del padre che l'ha abbandonato alla nascita (l'unico ricordo è un video della sua circoncisione) per andare in guerra.
Il destino gli riserverà comuqnue uan sorpresa che cambierà i suoi orizzonti.
La storia è riempita, per non dire caratterizzata, da una variegata gamma di personaggi, che è poi la fauna della galleria commerciale dove il protagonista lavora.
Oltre ai familiari, una madre un pò urlata, una nonna canterina, un fratello sempre in ballo, abbiamo la segretaria matura ed avvenente del dirimpettaio, il facchino che si prepara alla gara di trasporto merci in velocità, un rabbino pronto a passare a miglior comunità, anziani ancora arzilli e corteggiatori e le nuove categorie di immigrati dai coreani alle donne dell'est (a sostituire i protagonisti che lo furono in precedenza).
In più il passato ed il futuro si mescoleranno con l'incontro col padre, ma anche con quello minore, con l'ex amore di una vita, incinta ed ormai lontana.
La storia centrale del rapporto paterno e col mondo, a parte la bella sequenza finale, non mi ha convinto più di tanto, l'ho trovata un pò flebile e soggiogata da un contorno multietnico e vivace che finisce per avere nettamente la meglio sull'attenzione.
Questa dunque la particolarità più apprezzabile di un film godibile, ricco di quelle sfumature che tanto piacciono al pubblico di tutti i lidi, ma non così bello da potersi fregiare di diversi premi importanti nella sua bacheca.
Sufficientemente carino, ma senza entusiasmi o specifiche qualità particolari.
VOTO : 6.
Interessante il contesto utilizzato e la mole di personalità inserite, ma in fondo poi il succo del discorso ne viene un pò troppo condizionato.
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