Ariel, ebreo di origine polacca emigrato la cui famiglia emigrò in Argentina per sfuggire all'Olocausto, possiede come unico ricordo del padre, un video fatto in casa, realizzato il giorno della sua circoncisione. Il giorno dopo quell'avvenimento il papà è andato in guerra, in Israele e non è più tornato. L'uomo si lilita a mandare lettere e a telefonare ogni tanto. Per la madre e per Joseph, suo fratello, è normale, ma per Ariel non è giusto...
Note
Accadimenti minuti, abitudini, sguardi rassegnati e stanchi, pause pranzo, amplessi furtivi, silenzi, minimalismo da confesercenti. Una regia, poco originale, di dettagli e da bozzetto della commedia umana. Gran Premio della giuria a Cannes.
Nella “Galleria”, ala di un centro commerciale di Buenos Aires fatta di negozi gestiti per lo più da ebrei, il ventenne Ariel, figlio di immigrati polacchi, è in crisi. In bilico tra un futuro indeciso ed un passato che lo angoscia (il padre lo ha abbandonato quando era piccolo per combattere la guerra in Kippur), Ariel si fa carico di tutto il senso di colpa della comunità che lo… leggi tutto
Ariel, è un ragazzo di famiglia ebreo/polacca che vive in Argentina in seguito all’emigrazione dei nonni per scampare all’Olocausto. Oltre ad essersi instaurato in una galleria commerciale in un sobborgo di Buenos Aires con sua madre e suo fratello, è in continua ricerca di suo padre, che emigrato in Palestina per oscuri motivi, sembra non averlo mai visto.
Daniel Burman, dopo il… leggi tutto
Un film strano da giudicare. Pieno di dialoghi e flussi di coscienza parlati, quindi troppo noiosi in alcune circostanze, e pieno anche di omaggi al cinema che conta. Il risultaqto finale può generare opinioni diverse a secondo del gusto personale. Per me è stata una delusione! leggi tutto
VOTO : 6.
Pellicola argentina caratterizzata da un ammassamento di figure che ruotano intorno all'indiscusso protagonista, un ragazzo di origini ebraiche pronto a fare il passaporto polacco per andare in Europa alla ricerca del padre che l'ha abbandonato alla nascita (l'unico ricordo è un video della sua circoncisione) per andare in guerra.
Il destino gli riserverà comuqnue uan…
Ho passato gran parte delle sere della mia adolescenza in quel piccolo accogliente Cinema che è il Verdi....aah si quanti film e quanti ricordi...non riuscir a trovar parcheggio, salutare o non salutare,the puni...he…
La crisi argentina è nell'aria ma rimane solo accennata. Quello di Ariel è un piccolo mondo sul quale si allunga l'ombra di un assenza; quella del padre. Il resto è l'universo di una piccola galleria (che definire centro commerciale è volutamente pomposo) popolata da immigrati ed argentini più o meno acquisiti. Davvero molto gradevole, divertente ma non banale e mai sentimentale. Lo…
Classico film da festival (gran premio della Giuria a Berlino 2004), carino, discreto, ma insomma… Certe scelte oramai non sono più così originali, e non dovrebbero più essere premiate (la camera a mano che segue il protagonista ha rotto le balle, la divisione del film in capitoli, ognuno col suo bravo titolo, va bene per gli sprovveduti, etc…). Il protagonista, Orso d'argento a Berlino…
Il film è ambientato in un centro commerciale del quartiere ebraico di Buenos Aires e parla di un giovane ebreo trentenne di origine polacca che vuole tornare al paese d'origine della sua famiglia e soffre perché il padre fuggì di casa mentre lui era ancora in fasce.
La costante del film è una serie di tagli, veri - la circoncisione, il braccio mancante di Elìas - e metaforici, come…
Argentina.Intrecci quotidiani tra esercenti di un centro commerciale. Ariel, 20enne di origine polacca lavora nel negozio di intimo con la madre. E' forte in lui il desiderio di arrivare in Europa, per ritrovare le sue radici o forse, più probabilmente, un radioso futuro. Buone le premesse per il film del talentuoso Daniel Burman, che si perde però nell'orchestrare vite, sogno e realtà delle…
Ariel è un ragazzo argentino ebreo che fa il commesso nel negozio di biancheria intima della vecchia madre. Il negozio si trova all'interno di un centro commerciale, dove si trovano vari altri esercizi commerciali; c'è l'Internet shop gestito dalla bella Rita e da un anziano signore, c'è il parrucchiere gestito dagli italiani, c'è il bar dove non fanno buoni panini, c'è la cartoleria che…
Nella “Galleria”, ala di un centro commerciale di Buenos Aires fatta di negozi gestiti per lo più da ebrei, il ventenne Ariel, figlio di immigrati polacchi, è in crisi. In bilico tra un futuro indeciso ed un passato che lo angoscia (il padre lo ha abbandonato quando era piccolo per combattere la guerra in Kippur), Ariel si fa carico di tutto il senso di colpa della comunità che lo…
Un film strano da giudicare. Pieno di dialoghi e flussi di coscienza parlati, quindi troppo noiosi in alcune circostanze, e pieno anche di omaggi al cinema che conta. Il risultaqto finale può generare opinioni diverse a secondo del gusto personale. Per me è stata una delusione!
Anime di un centro commerciale. Perchè anche chi sta dietro al bancone ha una storia. Piccola ma importante. Ariel è un ragazzo di una famiglia ebrea che aiuta la madre nella gestione di un negozio di biancheria intima. Suo padre è partito per la guerra quando lui era molto piccolo e non ha più fatto ritorno. Tra un forte desiderio di fuga ed il bisogno di un legame paterno mai esistito, si…
Un uomo che passa velocemente davanti all’obiettivo della cinepresa di un filmino familiare è l’unica immagine che Ariel ha del padre, partito per Israele e mai più tornato dalla moglie e dai figli che vivono e lavorano a Buenos Aires. Il protagonista è un giovanotto che vorrebbe prendere il passaporto polacco per trasferirsi nel Vecchio Continente e per riannodare i legami con la terra…
Gradevole commedia di un regista ebreo argentino che tratta con ironia il tema della ricerca di una propria identità. Una carrellata di personaggi curiosi all'interno di una galleria di shopping in un'insolita Buenos Aires che è anche una significativa rappresentazione su un certo universo ebraico tipicamente yiddish. E' recitato con garbo, e gli attori piu' attempati sono davvero…
Il cinema dei Festival è una moda, e lo si vede ad ogni occasione..Momento Giapponese, poi Cinese.. Coerano e Tailandese, Iraniano.....ora Argentino..Non dico che certe cinematografie, in certi momenti non siano più evidenti (ne sappiamo noi moltissimo con il neorealismo), ma bisogna distinguere le opere importanti dalle piccole cose, anche piacevoli e magari in parte interessanti, ma da qui…
Ariel, è un ragazzo di famiglia ebreo/polacca che vive in Argentina in seguito all’emigrazione dei nonni per scampare all’Olocausto. Oltre ad essersi instaurato in una galleria commerciale in un sobborgo di Buenos Aires con sua madre e suo fratello, è in continua ricerca di suo padre, che emigrato in Palestina per oscuri motivi, sembra non averlo mai visto.
Daniel Burman, dopo il…
Tra catastrofi climatiche di potenza inaudita, lotte epiche sotto l’ombra del cavallo di Troia e magiche e nuove avventure di un oramai adolescente Harry Potter (e pronti tutti ad invadere le sale di quest’estate), vi rivolgo un invito accorato e profondamente partecipe : non perdetevi assolutamente il film dell’argentino Daniel Burman “L’abbraccio Perduto”, meritatissimo Gran Premio…
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Commenti (1) vedi tutti
Non appassiona e in certi momenti annoia, ma personaggi e atmosfera sono gradevoli.
commento di Begemotik