Regia di Roland Emmerich vedi scheda film
A distanza di poche settimane da “Troy” ecco arrivare nelle nostre sale un altro imponente kolossal americano. Diretto dal teutonico R.Eemmerich, “L'alba del giorno dopo” si inserisce a pieno titolo nel (sotto) genere catastrofico, tanto in voga negli anni '70, e di cui il nostro, nel corso dell'ultimo decennio, é diventato il massimo (...ma forse sarebbe meglio dire il minimo…) esponente.
La prima cosa da dire é che le immagini apocalittiche del film, grazie agli eccezionali effetti speciali visivi, sono veramente straordinarie. Certo non saranno facili da dimenticare le sequenze iniziali tra i ghiacci e ancora quelle degli uragani che si abbattono su Los Angeles, spazzandola letteralmente via in pochi istanti. Per non parlare di tutte le scene che vedono New York prima vittima di una impressionante inondazione e poi di una terribile glaciazione. Mettono veramente i brividi.
Ma gli effetti speciali e la spettacolarità degli scenari non bastano da soli a reggere il film. Come già in passato, R. Emmerich infatti padroneggia abilmente solo questi, mentre é ben lontano dall'esser altrettanto bravo nella costruzione dei personaggi. Gli attori cercano di cavarsela, ed hanno anche le facce giuste per una volta, ma i dialoghi lasciano veramente a desiderare. Tutto procede in modo tanto spedito quanto scontato e nonostante la spettacolarità delle immagini, la tensione spesso latita. Il messaggio ecologista del film, l’accusa verso i governi attuali che sembrano disinteressarsi dei rischi ai quali stiamo stupidamente andando incontro, sono francamente superficiali e sfociano più volte nel più facile moralismo. L’idea ad esempio degli americani che si riversano a milioni in Messico era efficace, ma viene subito sprecata tanto é enfatizzata. Per non parlare dell’inverosimilità di molte scene, come quella in cui alcuni ragazzi riescono a salvarsi dall'onda che aveva travolto e sommerso rapidamente Manhattan… semplicemente riuscendo a chiuderle in faccia la (pur massiccia) porta della biblioteca… Ma ce ne sono molte altre di “americanate” di questo tipo… Curioso che sia un regista tedesco ad esserne diventato il "vero maestro" in tal senso… Se a dirigere il film ci fosse stato James Cameron… le cose sarebbero andate diversamente… ma per vedere il suo prossimo film dovremo purtroppo aspettare ancora.
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