Regia di León Klimovsky vedi scheda film
L'idea del film trova la sua originalità solo nel personaggio del Reverendo: tutto vestito di nero con un grosso cappello a falde larghissime, una silohuette vampiresca, con tanto di soprabito lungo e aderente. Forse era semplicemente il vestito di tutti i pastori protestanti, ma a vederlo oggi sembrerebbe di più il costume di un supereroe che quelo di un religioso. Purtroppo, la storia di un Reverendo Colt che deve trovare i cattivi e sporcarsi le mani per un'ultima volta (che da lontano ricorda il Russell Crowe di "Pronti a Morire", anche lui "Cort"), non è convincente perchè troppo telefonata, e lo spessore artistico si lascia attendere senza mai arrivare. C'è anche Richard Harrison visibilmente invecchiato, ma questo, a differenza del vino, non gli ha permesso di migliorarsi. Qui, poi, interpreta uno sceriffo abbastanza agitato e istrione, cosa insolita per lui, tanto che gli riesce male. Più efficace quando fa il cow-boy taciturno e schivo.
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