Regia di Primo Zeglio vedi scheda film
Il conte Enrico di Roccabruna ha un solo desiderio: vendicare l’uccisione del padre per mano degli spagnoli. Quale occasione migliore quindi per diventare corsaro e attaccare la flotta spagnola?
Avventure ed emozioni a badilate, senza andare troppo per il sottile: il titolo d’altronde non promette molto altro, così generico e facilmente confondibile con tanti altri coevi. La vendetta del corsaro è un modesto prodottino del filone cappa & spada a opera di un mestierante quale Primo Zeglio, non alla sua prima e certo neppure alla sua ultima pellicola di tale risma. Siamo in pieno territorio del cinema popolare, da due soldi, destinato alle terze visioni o alle piccole sale di provincia, fortemente stereotipato e senza nulla da dire, sul quale difficilmente si soffermerebbe uno spettatore odierno se non per spirito nostalgico dei bei tempi andati o per completismo/archivismo da amante del cinema nostrano d’antan. Ritmo altalenante, messa in scena dignitosa, argomenti già stravisti. Nessuna grossa sorpresa neppure nel reparto interpreti, che sfoggia la presenza tra gli altri di Jean-Pierre Aumont, Paul Muller, Maria Montez, Milly Vitale, Roberto Risso, Saro Urzì e Franca Tamantini; quanto alla sceneggiatura(da un soggetto di Ernesta Sabbi), reca una moltitudine di firme: oltre a quella del regista ci sono infatti quelle di Riccardo Testa, Romildo Craveri, Fede Arnaud e Alberto Liberati. 2,5/10.
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