Regia di Andrea Frazzi, Antonio Frazzi vedi scheda film
Un film sulla camorra televisivo, che però merita qualche plauso. Non per la recitazione, poco profonda; né per l’eccessivo ricorso, poco realistico, ad attori belli.
Un po’ inverosimile la narrazione, per gli eccessi dell’adultizzazione dei bambini criminali e per le frequenti incongruenze (il taglio dei capelli, il furto della moto…). Troppo stereotipate alcune figure caratteristiche (il piccolo boss, il poliziotto dai modi spicci…). Del tutto improbabile la scena madre, quella del primo assassinio del piccolo protagonista. Ma tante scene si fanno apprezzare per l’impressionante realismo.
Il film di buono ha la denuncia della realtà sociale napoletana, specialmente sul versante educativo (compreso il fenomeno della prostituzione minorile maschile): la miseria, l’ignoranza, l’assenza dello stato, la cui versione seria è rigettata dalla medesima società, favoriscono l’elezione di modelli diseducativi, devianti, criminali.
La vita quotidiana è ben raffigurata, con la conseguente durezza di scelte orribili, cui mai bisognerebbe essere esposti. Seria la raffigurazione dei contesti educativi come unica possibile ancora di salvezza.
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