Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Un cult movie coinvolgente, tragicomico, brillante, surreale ma realistico, a tratti grottesco.
Un affresco tagliente, sagace, ritmato e spassoso dell'Italia impiegatizia degli anni Settanta. E anche un ritratto innovativo dell'Italiano medio, antitetico a quello tratteggiato sino ad allora nei film con Alberto Sordi: servile, iellato, bistrattato da colleghi e direttori, e disperatamente alla ricerca di una rivalsa che mai arriverà. Con l'aiuto di Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e del regista Luciano Salce, Paolo Villaggio adatta, piuttosto fedelmente, alcuni episodi tratti dai propri libri riprendendone il carattere dissacratorio e il fittizio linguaggio affettato pseudoburocratico, e presta la sua mimica inconfondibile al protagonista. Il risultato è un cult movie coinvolgente, tragicomico, brillante, surreale ma realistico, a tratti grottesco, permeato da una vena di amarognolo che culmina durante la scena dello scontro a biliardo. Stilisticamente forma un dittico col seguito Il secondo tragico Fantozzi. Tanti ruoli, anche minori, sono diventati proverbiali: la signora Pina (Liù Bosisio), l'orrida figlia Mariangela (Plinio Fernando), Calboni (alias Giuseppe Anatrelli), la signorina Silvani (Anna Mazzamauro) e il Filini dell'immenso Gigi Reder. Tra le sequenze più celebri l'abominevole veglione di Capodanno, il tennis mattutino e l'incontro col Megadirettore Galattico (Paolo Paoloni).
Leggendarie le musiche di Fabio Frizzi e Franco Bixio dirette da Vince Tempera, compresa la Ballata di Fantozzi dei titoli di coda.
♥ Film ECCELLENTE (9) — Bollino VERDE
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