Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Uno dei personaggi più amati del nostro cinema, talmente famoso da entrare di diritto nel linguaggio quotidiano per indicare situazioni sfortunate, anomale, al limite del grottesco e/o paradossale; la nuvoletta di Fantozzi a sua volta è diventata un simbolo per tutti coloro che si reputano perseguitati dalla sfiga: tutti elementi che mettono in risalto come il personaggio creato da Paolo Villaggio sia entrato nell'immaginario collettivo, condizionandone mode ed espressioni. Il capostipite di una lunga serie che poi avrebbe avuto modo di perdere tutto il credito guadagnato con sequel inutili, volgari e ripetitivi è firmato da Luciano Salce, capace di realizzare un'opera divertente, spesso spassosa ed irresistibile, quasi surreale (vedi il finale), simpatica e quanto mai attuale riflessione sulla condizione dell'impiegato italiano, diviso tra un lavoro tedioso, monotono e alienante ed una famiglia non sempre all'altezza dei propri desideri: "un'analisi sulla numerificazione e sull'aziendalismo molto più agghiacciante di quanto si creda" (Marco Borroni). Momenti cult: Fantozzi alle prese con un autobus strapieno che cerca di prendere in corsa causando danni inenarrabili; la cena di Capodanno con la presenza di un cameriere impedito che non consente al ragioniere di mangiare alcunché; il tentativo di mettere una tenda in campeggio in compagnia del ragionier Filini, con dolorosissime martellate sulla mano; la cena ad un ristorante giapponese con la signorina Silvani; la vacanza a Courmayeur, con annessa incredibile sciata. Situazioni quotidiane nelle quali è facile essersi trovati almeno una volta, a conferma che l'opera di Salce ha saputo inquadrare e descrivere con estremo realismo la vita comune di ogni giorno, cogliendone gli aspetti più diffusi e ricorrenti ed estremizzandoli, portandoli al ridicolo, generando una risata frequente, ma in fondo anche piuttosto amara.
Voto: 7
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta