Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Lasciamo da parte l'accurata analisi psicologica dei personaggi,necessaria e ricercata in ogni film di Fassbinder,sempre impeccabile come un marchio di fabbrica, per concentrare l'attenzione su un particolare,il film visto oggi ha un sapore antico,di un'epoca settantiana di cui è esaustiva espressione ma fortemente dipendente da essa, per rimanere in un tema caro all'autore. Questo è un limite che abbassa notevolmente il valore del film,d'altronde è impossibile fare film a raffica come il nostro tedesco di quel periodo e riuscire a farne capolavoro di ognuno. Film non per tutti. Meriterebbe un 7 pieno!
Sufficiente per un eccesso di pignoleria che non si può perdonare a chi dimostra di avere grandi potenzialità e si accontenta,sforzandosi il minimo indispensabile.
Avrei cambiato interamente una scena: il momento in cui il personaggio di colore ferito lascia una scia di sangue sulla vetrina di un negozio lo avrei esasperato con una soggettiva da parte della commessa,(dall'interno) per poi riprendere l'inquadratura sulla medesima scia,ma senza l'uomo...la scia prosegue dritta sul la vetrina,prosegue ancora su un'altra superficie con molto contrasto in modo più ondulatorio e marcato, il passo cioè di un ferito che barcolla, stacco sul viso della donna del trio che piange,nuovamente la scia di sangue,adesso si abbassa in una curva tendente verso il basso,si deve comprendere che proprio lì si sta raggiungendo il suo corpo sfiancato,una goccia di sangue che cola,cambio di inquadratura con una goccia caduta su un fossato rialzato con una croce di legno in una periferia,fine sul volto umido della precedente donna,o riallaccio all'altro personaggio.
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