Regia di Yousry Nasrallah vedi scheda film
La storia di due generazioni di palestinesi, in due parti. Nella prima (La partenza), all'epoca della formazione dello stato di Israele, la vita di Younès e della moglie viene sconvolta dall' occupazione israeliana. I numerosi episodi di violenza e spargimento di sangue costringono molti palestinesi all' esilio in Libano. Younès diventa un combattente clandestino.
Nella seconda parte (Il ritorno) siamo ai giorni nostri. Younès è in ospedale, ridotto in stato vegetativo. Suo figlio lo accudisce, e per stargli vicino ripercorre la storia dell' esilio del popolo palestinese (la prima parte era un lungo flashback). Younès non è cosciente, il figlio non può parlargli, ma li unisce la nostalgia della terra di origine, e il desiderio di recuperarla.
Oltre il passato mitico c'è la dura realtà del presente, fatta di soprusi e di episodi di violenza: il figlio di Younès ama una ragazza, che deve subire le angherie del marito violento. Per liberarsene lei gli spara, e per questo verrà trucidata a colpi di mitra.
Il regista è egiziano e ha lavorato con Youssef Chahine. Sceglie di raccontare questi fatti con uno stile da fiction, e infatti il film è un lungo sceneggiato. La scelta è inconsueta ma giusta, perchè la narrazione è abbastanza efficace, e riesce a esprimere lo stato d' animo di un popolo oppresso e costretto all' esilio in terra straniera, e la difficile convivenza con gli israeliani e con i libanesi, attraverso scene e situazioni narrative da racconto popolare.
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