Regia di Michael Tollin vedi scheda film
In una piccola cittadina della South Carolina, un allenatore di football del liceo locale (Ed Harris) si prende cura, protegge e incoraggia un giovanotto (Cuba Gooding jr.) che la madre descrive come uguale a tutti gli altri solo più lento: adora le vecchie radio, da qui il suo soprannome, si trascina per le strade spingendo un carrello da supermercato e il suo handicap mentale gli impedisce di comunicare con il mondo circostante. Il nuovo rapporto d’amicizia con Harris, il suo coach nella vita quotidiana, il mentore, il padre adottivo, l’amico più grande gli consentirà di fare progressi e di inserirsi nella comunità vincendo ogni pregiudizio. Il film si ispira ad una storia vera (nei titoli di coda, che sono il momento più sincero della pellicola, vediamo il reale James Robert Kennedy, il protagonista di questa vicenda di tolleranza e solidarietà), ma la messa in scena piattissima e la sceneggiatura telecomandata riescono a renderlo falso, sentimentale, sciropposo, poco coinvolgente. Se Ed Harris mantiene un decoroso livello di interpretazione, Cuba Gooding sembra ricattato, in ogni inquadratura, dall’idea che un ruolo drammatico come questo possa portare alla nomination o addirittura all’Oscar. Le intenzioni sono buone. Tutto quello che dovrebbe far vibrare e commuovere è esanime.
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