Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film
Curioso, strano e – a tratti – fascinoso “oggetto” questo “Tropical Malady”! Vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes dello scorso anno, il film del tailandese Apichatpong Weerasethakul (provate un po’ a pronunciarlo….meglio di uno scioglilingua!), racconta la storia di un giovane soldato e di un ragazzo di campagna, romantici amanti tra giungle misteriose e spiriti liberi. Ma o si finisce contagiati dal “mood” di uno stile rarefatto, sospeso e magico oppure l’alternativa è smarrirsi in una struttura narrativa apparentemente lineare ma invece percorsa da solchi spazi/temporali scomposti ed osteggiata dai tranelli della memoria e quelli di sogni che profumano di realtà. Siccome la noia e lo sbadiglio latente rimangono costantemente in agguato, il consiglio è quello di sgomberare la testa ed il cuore e di lasciarsi catturare dai suoni “naturali”, dalle luci e dalle ombre intermittenti e dall’incanto di leggende e racconti popolari che il regista reinterpreta con un ostico tocco autorale elitario lasciandosi egli stesso affascinare dalla potenza evocatrice della “materia” poco attento a solleticare però i gusti ed interessi omologati di una platea cinematografica avvezza a ben più spericolati e d’effetto racconti “fantasy”.
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