Keng, un giovane soldato e Tong, un ragazzo di campagna, sono innamorati e felici. Poi la vita del villaggio in cui vive la famiglia di Tong viene sconvolta da una sparizione e dalla comparsa di una bestia che uccide le mucche. Secondo le leggende locali, un essere umano può trasformarsi in un'altra creatura... Inizia così il racconto di un soldato che si inoltra nella giungla, luogo in cui la leggenda spesso diventa realtà.
Una storia sorprendente sulla natura atavica del subconscio umano, tra mitologia e misticismo. Frammentario e disorientante nella prima parte, diventa comunque stilisticamente prodigioso nella seconda, grazie a una dimensione surreale sferzante e originale.
Lo Zio Boonmee è stato qui
"È un problema di spazi. Nei film si ha a che fare con una continuità temporale piuttosto lineare che si svolge in un luogo immateriale, lo schermo. È una sfida eccitante, dare forma alla propria idea in questo spazio delimitato. Lo spettatore poi però porta le sue conoscenze, il suo vissuto, in quella… leggi tutto
Curioso, strano e – a tratti – fascinoso “oggetto” questo “Tropical Malady”! Vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes dello scorso anno, il film del tailandese Apichatpong Weerasethakul (provate un po’ a pronunciarlo….meglio di uno scioglilingua!), racconta la storia di un giovane soldato e di un ragazzo di campagna, romantici amanti tra giungle misteriose e… leggi tutto
L’ULTIMA FATICA DEL REGISTA THAILANDESE WEERASETHAKUL LASCIA DAVVERO INCREDULI.
UN FILM SPIAZZANTE,TROPPO LONTANO DAL CANONE “OCCIDENTALE”AL QUALE SIAMO TUTTI ABITUATI. SCONVOLGENTE LA SUA “LENTEZZA”,POCHISSIMI I DIALOGHI E LACUNOSA LA STORIA.ALCUNE SCENE DURANO DECINE DI MINUTI SENZA CHE ACCADA PRATICAMENTE NULLA E LA RECITAZIONE,BEH,RESTA PER GLI ATTORI UN SIMULACRO… leggi tutto
I film di Weraseethakul sono esperienze a modo loro uniche, e dopo lo stranissimo "Zio Boonmee", eccomi a vedere questo "Tropical malady" che rimane una delle sue opere più acclamate. Il film uscì nel 2004, si tratta del quarto lungometraggio del regista, presentato a Cannes e premiato con il Prix du jury da una giuria presieduta da Quentin Tarantino.
Difficile e probabilmente…
Il pianeta Oceano e il pianeta Deserto da una parte, e dall’altra il pianeta Foresta solcato da un mosaico d’intervallanti steppe, savane, taighe, praterie, brughiere: gli ominidi ominini scendono dagli…
Il titolo (forse un po' troppo altisonante) di questa playlist ne racchiude il suo scopo: catalogare alcune opere meritevoli (sia classiche che moderne) le quali, per un motivo o per un altro, rischiano di rimanere…
Tempo da muri, in Italia e in Europa. Dove l’elemento divisivo per eccellenza viene invocato, paventato, minacciato e/o applicato a politiche dal respiro corto quanto quello del “confine” delimitante.…
e-Reader ? Eraser !
Cellulosa e Celluloide.
L'Avvento ( no, non mi è scivolato il medio sul Caps Lock ) continuo, costante, inarrestabile, autorigenerante, percussivo del non-ambiente…
Lo Zio Boonmee è stato qui
"È un problema di spazi. Nei film si ha a che fare con una continuità temporale piuttosto lineare che si svolge in un luogo immateriale, lo schermo. È una sfida eccitante, dare forma alla propria idea in questo spazio delimitato. Lo spettatore poi però porta le sue conoscenze, il suo vissuto, in quella…
Pre-fine anno col botto per ciò che Enrico Ghezzi ci offre in visione nel suo programma notturno esattamente domenica 30 dicembre… tutte cose… davvero (ancora) mai viste in Tv e credo nemmeno girovagando in…
Sud pralad (lett. "animale strano"), come il suo anomalo regista thailandese A. Weerasethakul, è un qualcosa di sfuggente, non un oggetto, è più uno stato dell'essere, uno scavare tra il confine-congiunzione, invisibile e incalcolabile ma percepibile, tra due entità, due polarità più o meno contrastanti che possono essere in primo luogo i due ragazzi…
A mezz'ora dalla fine, durante l'immersione di uno dei due ragazzi nella foresta, arrivano una scimmia parlante, che rivela al ragazzo la natura ambigua della foresta, e una stupenda tigre ammaliatrice. Tropical malady è costruito secondo ellissi e capovolgimenti spazio-temporali. Un cinema molto difficile ma che alla fine ripaga. Tropical malady è stato adulato da mezza cinefilia mondiale…
Un'opera allegorica ispirata alla realtà filippina, contesa tra il richiamo consumistico e un po' kitsch delle metropoli e la magia esotica della foresta pluviale. L'entità del contrasto è resa, con grande efficacia, da un film drammaticamente spaccato a metà. Nella prima parte la relazione omosessuale iniziata, per caso, tra due ragazzi di diversa cultura ed estrazione, è l'emblema della…
Due ragazzi si amano nella campagna thailandese. La prima parte del film è tutta qui, delicata e bellissima, con un occhio di riguardo al cinema francese più recente (Lifshitz e Techiné soprattutto). Poi il tono vira bruscamente nel fantastico: la leggenda di uno sciamano che si trasforma in qualunque creatura si insinua nella narrazione. Il mito, così spiazzante per lo spettatore, diventa…
Siamo sicuri che il ragazzo di campagna sia veramente innamorato del soldato?Chi o che cosa è il cadavere ritrovato dalla pattuglia all'inizio del film?Cosa significa la ragazza che si volta verso la cinepresa e strizza l'occhio nella prima scena?Il tanto decantato tessuto sonoro della seconda parte necessita veramente di sottotitolare...una scimmia|||?Forse le domande sono troppe o poche per…
Devo la scelta dei titoli di questa nuova puntata alle due punte di diamante del nostro sito, Aquilant (n.1-3) e Spopola (5-7). La dedico a loro, con tutta la mia ammirazione per due autentici cinefili e uomini di…
L’ULTIMA FATICA DEL REGISTA THAILANDESE WEERASETHAKUL LASCIA DAVVERO INCREDULI.
UN FILM SPIAZZANTE,TROPPO LONTANO DAL CANONE “OCCIDENTALE”AL QUALE SIAMO TUTTI ABITUATI. SCONVOLGENTE LA SUA “LENTEZZA”,POCHISSIMI I DIALOGHI E LACUNOSA LA STORIA.ALCUNE SCENE DURANO DECINE DI MINUTI SENZA CHE ACCADA PRATICAMENTE NULLA E LA RECITAZIONE,BEH,RESTA PER GLI ATTORI UN SIMULACRO…
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Commenti (1) vedi tutti
Una storia sorprendente sulla natura atavica del subconscio umano, tra mitologia e misticismo. Frammentario e disorientante nella prima parte, diventa comunque stilisticamente prodigioso nella seconda, grazie a una dimensione surreale sferzante e originale.
commento di Stefano L