Regia di Chan-wook Park vedi scheda film
Film che rimescola le idee sulla definizione di crudeltà: quella operata dal destino, quella perpetrata da altri uomini e quella autoinflitta. Quando la disumanità è spinta al massimo, gli estremi finiscono per toccarsi , e persino i sommi beni dell'amore e della libertà divengono veicoli del male; mentre la violenza e la morte possono sembrare, almeno per un momento, rimedi alla disperazione. "Old Boy" è spietato nel negare all'uomo la possibilità di curarsi da sé le proprie ferite: le ragioni del cuore non offrono salvezza, e nemmeno la vendetta paga.
Un film apparentemente contorto, ma, in realtà, seccamente lineare, in quanto governato dalla serrata logica dell'occhio per occhio. Due sono le tesi sostenute: la legge del taglione è degradazione all'ennesima potenza, e l'inferno è la perdita del controllo sulla propria esistenza.
Chan-wook Park produce un'opera dal risvolto apocalittico, in cui non c'è perdono né condanna, ma solo il paradosso dell'essere che opta per l'autonegazione. L'improponibilità di un verdetto morale è brillantemente dimostrata nel modo in cui il regista gestisce l'azione e i personaggi, precludendo allo spettatore la possibilità di parteggiare per l'uno o per l'altro, di sviluppare simpatie e antipatie, e di formulare giudizi di qualsiasi tipo.
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