Regia di Terry Zwigoff vedi scheda film
In anticipo sulle feste, esce allo scoperto un Babbo Natale sui generis: Babbo Bastardo (traduzione fiacca dell’efficacissimo originale, Bad Santa), ovvero Billy Bob Thornton, scassinatore abilissimo ma fallito (è l’unico mestiere che gli ha trasmesso un padre violento e, lui sì, davvero bastardo), che ogni anno a dicembre si fa assumere in un grande magazzino per fare il Babbo Natale che ascolta i desideri di una sfilata di ragazzini mocciosi e petulanti e, la notte della vigilia, ruba l’incasso con il suo complice, un nano nero travestito da folletto. Santa beve, vomita, dice parolacce, si piscia addosso sul posto di lavoro, sodomizza le clienti ciccione nei camerini taglie forti, deruba le vecchiette, mangia in un sol colpo tutti i cioccolatini del calendario dell’avvento di un ragazzino grasso e timido che gli si è affezionato. Ma non è cattivo. Il suo socio (nano? gnomo? piccoletto? taglia piccola?, come inanella affannosamente il direttore del grande magazzino - il grande, scomparso John Ritter, cui il film è dedicato - nel tentativo di essere politically correct) è molto peggio di lui. Da un’idea dei fratelli Coen, diretto da Terry Zwigoff, un film scorretto e intelligente, che si fa beffe dell’annuale retorica dei buoni sentimenti con un fondo di umanità acuminata.
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