Regia di Mamoru Oshii vedi scheda film
Ghost in the Shell- L'attacco dei cyborg (nel 2012 ridistribuito in Italia dalla Dynit con il titolo Ghost in the Shell II -Innocence molto più simile all'originale Inosensu), del 2004 è il sequel del film d'animazione giapponese Ghost in the Shell; scritto e nuovamente diretto dal genio di Mamoru Oshi e co-prodotto dallo Studio Ghibli, insieme alla Production I.G.
«Il dubbio ci attanaglia: se una creatura sembra viva è viva realmente? o al contrario un oggetto senza vita può vivere? è per questo che i robot ci fanno paura, sono modellati sugli umani, ma in realtà essi sono umani. ci mettono di fronte all'orrore di essere un mero meccanismo, semplice materia. In altre parole ci danno consapevolezza che noi umani siamo anche noi parte del nulla [.....] e la scienza, cercando di svelare il segreto della vita ha innescato un altro timore: se tutto in natura è calcolabile anche gli esseri umani sono riducibili a parti elementari, meccaniche, della natura stessa»
Da queste poche righe, prelevate da un dialogo/monologo centrale dell'opera è chiaro l'intento di Mamoru Oshii: proseguire sulla falsa riga del primo capitolo (//www.filmtv.it/film/27923/ghost-in-the-shell/recensioni/860412/#rfr:none) dove filosofia sociale ed introspezione dell'individuo rimangono temi caldi e portatanti.
M. Oshii perde il pelo ma non il vizio e con questo sequel decide di regalarci ancora una volta un capolavoro dalle dimensioni incalcolabili, un'opera monumentale con svariate chiavi di lettura; l'intento principale del noto autore è indagare sul rapporto tra realtà e percezione di essa, realizzando un film che propone tematiche esistenzialiste e filosofiche con dialoghi estremanente curati (si citano diversi autori) e complessi ma senza rinunciare al comparto action.
Il film non è semplice, e la formula whodunt (giallo deduttivo) lo conferma; tuttavia lo spettatore rimarrà incollato allo schermo poichè oltre ad una sceneggiatura intrigante e coinvolgente, il versante tecnico/stilistico è dannatamente bello.
Ritroviamo l'alternanza e amalgamazione tra animazione 2d e 3d computer grafica, inoltre impossibile non citare i particolari sugli occhi cibernetici di Batou o ancora le soggettive dello stesso agente che scansionano l'ambiente in maniera dettagliata, amplificando la sensazione di trovarci dentro un vasto mondo cyberpunk.
Pure in questo sequel permane quella sensazione di solitudine già vista nel primo capitolo, tuttavia questa volta a presentare tale "disagio" non è più il maggiore Kusanagi bensì Batou.
Ottima anche la colonna sonora firmata nuovamente da Kenji Kawai (storico collaboratore di Oshii) che conclude l'oprea con un meraviglioso pezzo: Follow Me.
Film immenso.
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