Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Mi è piaciuto. Lo ritengo un felice esempio di cinema italiano recente di alto livello. Ho trovato interessante il fatto come il regista riesca a rendere interessante e solida la prima metà, dove non succede quasi niente, ma pure la si guarda con grande attenzione. Nella seconda metà c'è più azione, ma è proprio questa a convincermi meno nel finale, dove il montaggio alternato ed ellittico mi ha infastidito un po'. La scena dell'omicidio di mafia, comunque, è raccapricciante.
Toni Sevillo è molto bravo. Il suo personaggio emana una tristezza mortale, oltre che incarnare una noia di vivere acuta e invincibile. Tutto sommato, però, il film poi spiega in modo soddisfacente perché egli si disprezzi in quel modo, e perché non abbia speranze per il futuro.
Anche l'attrice che interpreta la ragazza (Olivia Magnani) è in gamba; le loro interpretazioni sono precise e misurate, certamente grazie alle altrettanto precise indicazioni del regista. Il suo talento si vede soprattutto perché è riuscito a girare un film quasi tutto lento, che pure non dà occasioni di noia.
La rappresentazione dei mafiosi mi è sembrata molto incisiva e tutt'altro che da fiction. Il codice che regola i loro comportamenti fa rabbrividire. Sullo sfondo troviamo una vicenda di riciclaggio internazionale di denaro sporco, con una banca elvetica che segna i cospicui versamenti e non fa domande da dove vengano i quattrini. Ho trovato molto riuscite le sequenze dove il protagonista arriva nel garage della banca e viene servito da due zelanti fattorini e poi riverito dal personale, come dire che è facile avere per sé gente servizievole e banchieri che ti strisciano davanti se si porta in cassa tutta quella grana. La Svizzera del film (siamo a Bellinzona, Ticino), comunqe, è umanamente gelida e piuttosto squallida.
Sconsigliato solo agli amanti del cinema d'azione.
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