Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Per un caso fortunato, e non apposta, ho visto tutti e 4 i film diretti da Sorrentino. Fortunato, perché sono tutti bei film. Ok, magari non hanno le caratteritische classiche per fare grandi incassi: non hanno cioè budget stratosferici, trame insignificanti, sceneggiature scritte col culo, interpreti rubati allo scarico della frutta, regie piatte e teenager che mostrano le tette terrorizzate da maniaci.
Pertanto rimangono film seguiti da una nicchia, che magari con l’ultimo (Il divo) si è parecchio allargata. Insomma, dopo l’ottimo esordio (L’uomo in più), arriva questo, che precederà a sua volta L’amico di famiglia e Il divo: abbiamo un regista da 8 fisso (IMO), ma pochi lo sanno.
Perché anche per questo bel film drammatico io do un 8, e non solo per uno strepitoso Servillo (ma quando non è strepitoso? C’è chi lo definisce il migliore attore vivente…beh, nella cinquina ci sta). Il film ha i suoi tempi, le sue immagini, la sua storia, non è film per tutti, ma per chi sa apprezzarlo. Bene che critica e pubblico siano stati su voti alti, meritati. Ha partecipato a Cannes, battuto da Fahrenheit 9/11, anch’esso bello a modo suo (e in gara c’erano anche Oldboy, I diari della motocicletta, 2046… una bella edizione, nel 2004).
Un film che a ripensarci qualche giorno dopo (perché torna in mente) ha magari qualche incongruenza e forzatura, soprattutto nel finale, ma avercene, di film italiani così.
Va sicuramente definito come uno dei migliori registi italiani in circolazione, qua conferma.
Dire che si conferma tra i migliori 5 al mondo, può bastare?
Brava!
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