Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Le conseguenze dell’amore è il secondo lungometraggio di Paolo Sorrentino, col quale l’autore napoletano mette in atto un prodotto dalla cifra stilistica altissima, che conferma il buon esordio del 2001 con “L’uomo in più”. Il film si guarda tutto d’un fiato, anche grazie alla struttura narrativa particolarmente appetitosa, che sciorina goccia a goccia la storia di Titta Di Girolamo, emblematico cinquantenne, apparentemente insensibile e nichilista, la cui reale identità prende corpo gradatamente, fino a costruire una sceneggiatura ingegnosa e decisamente meritevole di considerazione. Titta è il protagonista, ma attorno a lui gravitano personaggi di varia umanità, tutti in grado di conferire, col proprio apporto, un contributo decisivo alla riuscita totale del film. La storia è straordinaria per la sua compattezza e, allo stesso tempo, per la sua estrema linearità. A renderla ancor più grande un’interpretazione magnifica di Toni Servillo, sempre all’altezza delle vicissitudini del suo personaggio.
Sorrentino compone un grande puzzle, facendo ricorso alle sue peculiarità autoriali, su tutte la passione per i contrasti di ritmo, la maniacale attenzione per i sottofondi e la scansione musicale, il tono profondo di certi passaggi. Da segnalare, il finale ricco di significati: una redenzione che nasce da un’apparente sconfitta, una riscossa dolorosa, una rinascita che paradossalmente si concretizza con la morte.
Un film da vedere, che conforta chiunque abbia a cuore il cinema italiano.
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