Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Un uomo sulla cinquantina,prigioniero in un hotel svizzero per via di una storiaccia nel suo passato che riguarda la mafia,ma più che altro internato nella sua propria solitudine,è il protagonista assoluto del film che si è imposto con cinque premi all'ultima edizione dei David di Donatello.Dopo il successo di critica de "L'uomo in più" ,Paolo Sorrentino ha visto con questo suo secondo lavoro un maggiore apprezzamento anche da parte del pubblico(non che sia un film da grandi platee,intendiamoci):con uno stile piano,che a tratti ha spazio anche per accelerate improvvise,Sorrentino ha realizzato un film dai dialoghi rari,spesso attraversato dai soliloqui mentali del suo protagonista,Titta Di Girolamo,che conduce verso un finale tragico.La bravura di Toni Servillo,veramente notevole,è transitare un personaggio di assoluta introversione come Di Girolamo,dall'aristocratica sufficienza e dall'annoiata rassegnazione che ci sono nei suoi sguardi per buona parte del racconto alla vulnerabilità genuina nei suoi occhi quando riemerge dal suo isolamento interiore.E piace anche Olivia Magnani,credibile,anche se forse al suo personaggio era giusto concedere un pò di spazio in più."Le conseguenze dell'amore" è un lungometraggio elegante,molto ben fatto,da cui affiora però ogni tanto un sospetto di intellettualismo freddo ,probabilmente perseguito,che pone lo spettatore a una certa distanza da una sintonia effettiva con questo film.
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