Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Le conseguenze del titolo sono quelle che faranno cambiare lentamente l'anonima esistenza di Titta Di Girolamo, uno splendido Toni Servillo che ancora una volta si pone al servizio dell'amico Paolo Sorrentino. Un Sorrentino annichilito dalla vita in albergo e dall'anonimato con il quale alcuni uomini di affari affrontano i loro viaggi di lavoro, e che per questo decise nel lontano 2004 di narrare, a modo suo, la storia di uno di loro. Immaginando la vita di un commercialista originario di Sorrento recluso da una decina di anni in un albergo svizzero. Non quindi un normale detenuto fra le sbarre di una cella ma bensì un recluso forzato, di una legge ben più subdola. L’uomo è infatti stato allontanato dagli affetti famigliari per una colpa commessa due lustri prima, un errore di valutazione durante un'operazione finanziaria che costò a "cosa nostra" la bellezza di duecentoventi miliardi di vecchie lire. Riconosciuto innocente, per non essersi appropriato del denaro e aver commesso in buona fede l'errore, per Titta esiste però una sola via di salvezza: fungere da corriere, due volte la settimana, per il riciclaggio del "denaro sporco". Entriamo così con incredibile lentezza nella vita di quest'uomo vittima dell'insonnia e dedito all'eroina, ma solo il mercoledì mattina alle 10.30, silente, a causa dei troppi anni passati fra le quattro mura dell'albergo. Senza più una famiglia, lasciata in Italia e dalla quale ormai non riceve quasi più nemmeno un saluto.
A voi scoprire come la vita di questo triste impiegato di cosa nostra possa improvvisamente cambiare per miracolo o forse per semplice voglia di dire basta di fronte a un’esistenza che in fondo vita non è. Una persona che per colpa di un innocente, anche se sostanzioso, errore, si è ritrovata costretta, per il bene proprio e della propria famiglia a cambiare d'improvviso luogo ove abitare. Emigrando e dimenticandosi di tutto e tutti, ma senza rinunciare alle proprie maniacali abitudini: le numerose sigarette fumate per noia e le giornate passate a giocare a carte con gli inquilini dell'albergo, fra i quali è facile riconoscere il caratterista Raffaele Pisu, ex - padrone d'albergo caduto in disgrazia. S’aggiunge al cast l’eccellente Adriano Giannini nel ruolo del fratello di Titta, capace di far riaffiorare nella mente del protagonista vecchi ricordi capaci di smuoverne le scelte. Se avete quindi voglia d’immergervi in un film dalla trama solo apparentemente scontata e da una interpretazione come sempre molto solida di Servillo, condita da molte riprese in soggettiva, questo è decisamente il film che fa per voi.
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