Ben ha appuntamento all’aeroporto con l’amante, trova invece la sorella che non conosce. L’altra donna è scomparsa, e i due forzati compagni di viaggio cominciano una peregrinazione per i bassifondi di Parigi sulle sue tracce.
Note
Il metodo di Rivette, basato in gran parte sull'improvvisazione, si applica con profitto anche a questa "crime story" del tutto sui generis.l primo motivo di interesse di Merry-Go-Round è la lavorazione. La protagonista Maria Schneider era allora talmente star da scegliere il co-protagonista, in questo caso Joe Dalessandro, l’attore preferito di Andy Wharol, che non sapeva una parola di francese e quindi comunicava con Rivette per interposta persona. Durante le riprese il regista si lasciò scappare un inequivocabile «non vedo l’ora che finiscano»… Nonostante tutto, però, il risultato è molto interessante. Un misterioso, intricato finto-popolar che da una parte rispetta le regole del genere (con ampi rimandi a Hitchcock, uno dei primi amori di Rivette e sodali), dall’altra non manca di denunciare la propria natura “d’autore”, ragionando sul “girare intorno” che vanifica qualunque iniziativa razionale. La sceneggiatura subisce gli intoppi di una struttura narrativa farraginosa (anche lynchiana ante litteram, se volete), e si nota qualche velleitarismo datato nei dialoghi; ma la macchina da presa del cineasta è strepitosa quando si aggira per le periferie della Ville Lumière, recuperandone gli anfratti oscuri come in un noir anni 50. Mai uscito nelle sale, anche se Enrico Grezzi lo ha mostrato in anteprima a Fuori Orario in lingua originale, con i sottotitoli. Il titolo è lo stesso di una pellicola di Eric Von Stroheim del 1922.Musica di Barre Phillips e John Surman.
Una sottile ombra di mistero che va sempre più ispessendosi incombe su questo “Merry go round” che in quanto a stravaganza si rivela forse un po’ più parco rispetto alle opere rivettiane immediatamente precedenti, in particolare ai primi due stralci della serie “Scene dalla vita parallela”, peraltro mai completamente realizzata.
Certo, il magico fascino sprigionato dalla visione… leggi tutto
L'americano Ben va a Parigi per ritrovare l'ex fidanzata Elizabeth, ma al suo posto incontra la sorella minore di lei, Léo. Elizabeth scompare nel nulla e i due partono alla sua ricerca.
Qualsiasi cosa Jacques Rivette volesse dire, poteva dirla in meno di centosessanta minuti, ovverosia due ore e quaranta, la durata di questa pellicola. Un tempo smisurato, specie se si considera che… leggi tutto
L'americano Ben va a Parigi per ritrovare l'ex fidanzata Elizabeth, ma al suo posto incontra la sorella minore di lei, Léo. Elizabeth scompare nel nulla e i due partono alla sua ricerca.
Qualsiasi cosa Jacques Rivette volesse dire, poteva dirla in meno di centosessanta minuti, ovverosia due ore e quaranta, la durata di questa pellicola. Un tempo smisurato, specie se si considera che…
”Jeanne”, l’oscuro oggetto del desiderio di Ultimo tango a Parigi. L’attrice-giustiziera, come Jean Seberg in Fino all’ultimo respiro, del vecchio cinema euro-hollywoodiano e del…
Una sottile ombra di mistero che va sempre più ispessendosi incombe su questo “Merry go round” che in quanto a stravaganza si rivela forse un po’ più parco rispetto alle opere rivettiane immediatamente precedenti, in particolare ai primi due stralci della serie “Scene dalla vita parallela”, peraltro mai completamente realizzata.
Certo, il magico fascino sprigionato dalla visione…
Julie, la ragazza dai capelli rossi, legge distrattamente un libro dello stesso colore, seduta su una panchina di Montmartre e respirando compiaciuta la fresca brezza del parco mentre un gatto ben pasciuto è intento a…
carosello recita il titolo,e lo è appieno:una sarabanda di personaggi,legati chissà perchè ad un un fantasma,un individuo che mai si vedrà,se non attraveso i suoi specchi,persone ad egli legate,o a doppi,presunti lui stesso.rivette sceglie un noir spionistico,ma ben presto abbandona la traccia iniziale a favore di quella che è la più surrealista delle sue storie,dominata da sogni…
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