Regia di Luigi Russo vedi scheda film
Spassosa commedia sexy insolitamente ben sceneggiata, in grado di riproporre noti cliché con una cura formale ed estetica assai rara nel genere. Frutto della buona regia del sanremese Luigi Russo (1931 - 2014) e di un cast artistico perfettamente in ruolo.
Industriale che oggi, deformandone psicologia e reale orientamento politico, definiremmo progressista (di fatto un sostenitore della "bandiera rossa"), Franco (Philippe Leroy) vive attorniato da opportunisti e avversari ideologici: l'aristocratica moglie Laura (Didi Perego) è una fedele frequentatrice della parrocchia locale, nella quale opera il fratello Maurizio (Mario Carotenuto), avido e implacabile avvoltoio sempre presente per sollecitare "donazioni a scopo di beneficenza" (destinate a Roma a suo dire, più probabilmente in Svizzera come compreso da Franco); pure il figlio Sandro (Maurizio Bonuglia), pur affermando il valore degli ideali paterni, preferisce difendere il "patrimonio" puntando a una carriera politica inserendosi candidato nella lista della Democrazia Cristiana. In questo ambiente bigotto, animato ulteriormente dalla presenza di un ragioniere (Renzo Montagnani) che alimenta il desiderio sessuale della trascurata Laura, succede che finiscano per gravitare anche Flora (Simonetta Stefanelli) e sua sorella Paola (Florence Barnes): la prima, congiunta dopo brillanti nozze a Sandro; la seconda, ospite temporanea per ripristinare un locale in abbandono, destinato però a diventare l'alcova dei novelli sposi. Le nuove presenze giovanili riescono a smuovere parecchi istinti sessuali, a cominciare da quelli dello stesso Franco che, ormai sfiorito (se mai esistito) l'interesse per la moglie, prima cade tra le braccia della disinibita Paola (graziosa fanciulla che non esita ad esibire le "vergogne" mentre nuota in piscina o prende il sole), quindi tra le gambe della delusa cognata (trascurata a letto dal marito, il quale - anche lui - preferisce sfogare la sua libido accoppiandosi con la disinibita cognatina).
La nuora giovane: Philippe Leroy e Simonetta Stefanelli
Da un soggetto di Marino Onorati e Paolo Belloni, poi sviluppato in sceneggiatura dagli autori assieme al contributo del regista, prende il via il terzo lungometraggio - seguente I sette magnifici cornuti e Morbosità, entrambi distribuiti l'anno precedente (1974) - diretto con ottimo mestiere da Luigi Russo, cineasta (ma anche, secondariamente, sceneggiatore, attore, produttore e in una circostanza pure montatore) che ha sostanzialmente dedicato l'intera carriera professionale al cinema "erotico", trattandolo con garbo ed eleganza (ciò non toglie l'abbia spesso fatto con estremo compiacimento e insistenza nell'esibizione dell'anatomia femminile: un pregio, va aggiunto) nelle più varie declinazioni. A metà anni Settanta era in pieno fermento il genere "cochon famigliare", con divagazioni lolitesche smaccatamente ironiche. Così, sulla linea tracciata dal pioniere Luciano Salce (La voglia matta, 1962) per quel che riguarda Nabokov e su quella consolidata da Samperi (Malizia, 1973) per gli intrighi sessuali in famiglia, Russo costruisce una solida e spassosa commedia sexy, favorito nella specificità dell'operazione dalla presenza di un cast da far tremare i polsi, ad iniziare da un simpatico e al tempo stesso riflessivo Philippe Leroy nel ruolo del maturo contestatore (all'epoca quarantacinquenne ma con lineamenti del volto di almeno dieci anni in eccesso), proseguendo con la sensualissima Stefanelli (ex moglie di Michele Placido, conosciuto sul set di Peccati in famiglia e madre dell'attrice/cantante Violante) e via di seguito, con macchiette di contorno ben definite e tratteggiate (Perego, Carotenuto, Montagnani), alle quali vengono fatte pronunciare frasi sensate, allusive, capaci con acido sarcasmo di smuovere più di un sorriso ma anche tratteggiare così, con crudo cinismo, il clima austero e bigotto di quegli anni. Lungometraggio piuttosto audace anche nel nudo (in grado di offrire persino una curiosa autocritica, al tempo stesso chiara parodia riservata ai Catoni "democristiani" del tempo, sugli effetti della pornografia espressa durante un farisaico sermone tenuto in chiesa da Carotenuto), con menzione di merito per Florence Barnes, attrice sfruttata qui come jolly in fatto di esposizione epidermica.
La nuora giovane: Didi Perego
Critica
"Franco Neri (Philippe Leroy) è un ricco industriale di sinistra, che si dichiara apertamente marxista sposato con Flora (Didi Perego). Si ritrova presto al centro di una serie di tradimenti, più o meno legati alla famiglia. C'è la sorella del parrocco che concupisce il ragioniere della ditta (Renzo Montagnani), padre di un tontolone che vorrebbero sistemare come politico nella DC. C'è Paola (Florence Barnes), che ci prova un po' con tutti, anche con il marito della sorella. Finirà che Franco avrà una storia d'amore con la bella nuora Simonetta Stefanelli. Commedia sexy familiare con punte politiche alla Luigi Russo, dove tutti scopano con tutti. E trionfa la bella Simonetta Stefanelli come nuora giovane e attraente. A dar man forte per la parte comica ci sono Mario Carotenuto come prete venale e Renzo Montagnani. «Mancanza pressoché totale di regia», scrive Carlo M. Bocci su Il Secolo XIX. Ma nota anche che la fresca, anche se acerba, Simonetta Stefanelli è degna forse di una collocazione meno angusta e riduttiva». Leonardo Autera è piuttosto pesante sul Corriere della Sera: «Non sappiamo se tutto ciò è da considerare osceno (il concetto ci sfugge), ma è certo che tocca il limite della balordaggine con le sue pretese puerili di critica di costume nel disperato tentativo di nobilitare la pochade casareccia». Impietoso John Pym su Monthly Film Bulletin: «Commedia sexy e frecciate anticlericali, con un'aggiunta di inappropriate posizioni. Questa produzione, drasticamente montata e tristemente sballata - un mix di routine di comunistoidi e un'attrazione per il desiderio di mezz'età - è fallita a ogni livello». Ma ai ragazzi di Delirium non dispiace. Primo di tre film prodotti dalla Daino Film, tutti di Luigi Russo. Vietato ai minori di 18 anni. Incasso L. 845.042.000. Uscito in UK come Intimate Relations, in Portogallo come A Jovem Nora, in Polonia come Intymne Zwiazki, a Hong Kong come The Young Daughter-in-law. Titolo di lavorazione: Donne di provincia. Prima: 29 ottobre 1975."
(Marco Giusti) [1]
"Russo è un solido mestierante con ambizioni artistoidi, che a volte vanno a segno, altre meno. Come in questo caso, perché il suo film non decide bene cosa essere, e pencola tra eros-sentimentale serio e la commedia col sexy: Leroy e la Stefanelli recitano come se fosse la prima delle due, mentre poi ci sono le montagnanate (lui fa un revisore dei conti di famiglia) e la Perego abbastanza scatenata che, con buona pace delle pie intenzioni ostentate e dei donativi alla Chiesa, cerca di farsi Renzo in tutti i modi. E le due parti della faccenda non girano bene insieme. Mettiamoci pure Bonuglia che ogni tanto o simula di essere un assassino con coltellaccio e burla la madre, o si finge morto e coperto di sangue per fare uno scherzo a Leroy. Il 'cui prodest', più che sfuggire, proprio non c'è. Insistiamo, dunque, sulla bontà della Barnes, vista spesso di contorno all'epoca, ma qui molto più in rilevo del solito. (...) Non risulta una french version al CNC, ma che siano state girate sequenze aggiuntive che arrivavano fino all'esplicito, emergerebbe da quanto raccontato dall'aiuto regista Alessandro Perrella."
(Davide Pulici) [2]
La nuora giovane: Simonetta Stefanelli
Visto censura [3]
Il termometro sul contenuto piccante è rappresentato dai travagli censori cui La nuora giovane è andato incontro, sino ad arrivare ad ottenere il nulla osta (n. 67373 in data 29 ottobre 1975) dopo svariate sessioni di revisione cinematografica.
"La commissione, visionato il film e controllati i tagli che risultano effettuati in conformità a quanto richiesto in precedenza per un totale di 57 m di pellicola, esprime parere favorevole per la concessione del nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto di visione per i minori degli anni 18 per le numerosissime scene di nudi, anche integrali, sia maschili che femminili e per la rappresentazione di scene erotiche e di rapporti sessuali che appaiono controindicati alla sensibilità dei predetti minori."
I tagli apportati riguardano:
1) alleggerimento della scena d'amore iniziale tra i due sposi;
2) alleggerimento della scena in cui Paola appare seduta sulla sedia con le gambe divaricate;
3) riduzione delle sequenze dell'adescamento di Paola nella macchina;
4) riduzione della scena in cui Paola si rigira più volte, in piscina, su se stessa, mostrando il pube in primo piano;
5) alleggerimento della scena dell'orgia;
6) eliminazione dell'abbraccio finale tra suocero e la nuora.
Metri di pellicola dichiarati: 2910 (106' ca a 24 fps).
Un successivo visto censura rilasciato in occasione di una distribuzione home video (n. 100008 del 17 ottobre 2006) riduce il divieto ai minori di 14 anni, apparentemente senza richiedere ulteriori tagli, "dato il lungo tempo trascorso."
NOTE
[1] "Dizionario Stracult della commedia sexy" (Bloodbuster), pag. 311.
[2] "Peccati in famiglia - Chiavi in mano" (Nocturno libri), pag. 275 - 276.
[3] Dal sito "Italia Taglia".
La nuora giovane: manifesto cinematografico alternativo
"Il suocero ama il genero, ama la nuora; la suocera ama il genero, ma non ama certo la nuora. Tutto è reciproco."
(Jean de La Bruyère)
F.P. 04/05/2024 - Versione visionata, apparentemente integrale, in lingua italiana su Cine34 (durata: ca 95')
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