Regia di Leo Colman (Leopoldo Savona) vedi scheda film
El Rojo torna per vendicarsi degli uomini che gli sterminarono la famiglia facendo ricadere la colpa sugli indiani, che poi, selvaggiamente han ben pensato di togliere dai piedi. Un film che si apre subito con l’assassinio di una bambina, e poi del suo fratello. Armi bianche, pulite, ma l’orrore di veder cadere dei piccoli non può che dare una direzione allo spettatore che in cuor suo ha già bollato l’indiano che crede essere il colpevole. Scopriremo solo alla fine che l’indiano è stato solo testimone dei delitti dei 4 cattivi, e va sottolineato che proprio l’impagabile Lulli ha destinato le sue freccie ai due ragazzini. Il film poi si snoda molto lineare, ripetitivo, episodico direi. L’eroe insegue la sua vendetta meccanicamente, e non c’è un minimo di invenzione in niente. Il punto di forza quindi rimane l’accoppiata Lulli-Ressel (tra l’altro entrambi cattivi, anche se al povero Ressel gli han fatto fare una misera parte), e la presenza di Richard Harrison, uno dei volti più conosciuti, ma anche di minor presa nell’immaginario western. Qui invece, l’attore sfoggia non solo una funzionalità azzeccata per il suo ruolo (molto eastwoodiano e terencehilliano), ma riesce a trasudare un carisma strano, a volte erotico, che si avverte benissimo senza essere necessariamente dei pervertiti!
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