Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film
Chi s'aspetta una trasposizione dell'Iliade rimarrà deluso. Chi invece si accosta al film di Petersen (girato tra Malta, il Messico, il Marocco e in studi inglesi) con la voglia di godersi un paio d'ore di spettacolo epico potrà trovare qualche soddisfazione. C'è qualche americanismo di troppo (Ettore quando organizza la difesa di Troia chiede a un suo generale di quanto rempo abbia bisogno per mobilitare i soldati; quello gli risponde "Tre ore!" e il principe troiano ribatte perentorio: "Te ne do due!"), qualche concessione al gusto moderno per le storie d'amore e per le arti marziali (i combattimenti di Achille), ma c'è anche qualche bella scena di massa che riesce, in un paio di casi almeno, ad essere epica. L'inizio ambientato in Tessaglia è memorabile, con il duello secco e antiretorico tra Achille e il colossale campione tessalo. Tra le delusioni annovero in particolare il duello tra Ettore e Achille, che non contempla la corsa intorno alle mura di Troia. Interessante comunque lo scontro di caratteri, fra il troiano, felice padre di famiglia e amante della pace e il focoso guerriero Achille, moderno comandante dei formidabili Mirmidoni. Pensanso all'oggi salta agli occhi la differenza con i nostri attuali capi politici (due a caso: Bush e Berlusconi): amano la guerra, al contrario di Ettore, ma a combattere ci mandano gli altri, al contrario di Achille.
Brad Pitt è abbastanza credibile come Achille e Eric Bana non sfigura come Ettore. Gli altri (Aiace, Agamennone, Menelao, lo stesso Priamo di Peter O'Toole) sembrano troppo vichinghi per essere verosimili come achei e troiani.
Cotto, bollito. Un Priamo lesso.
Un Ulisse non molto callido.
Difficile immaginare un altro attore recitare questa parte.
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