Regia di Andrew Adamson, Kelly Asbury, Conrad Vernon vedi scheda film
Nobilitato dalla partecipazione al concorso dell’ultimo Festival di Cannes, Shrek 2 entra di diritto nel ristretto novero dei grandi sequel. Andrew Adamson, attualmente impegnato nella realizzazione della saga fantasy di Narnia, ha dimostrato infatti una grande intelligenza confezionando la storia dell’orco Shrek e della sua sposa Fiona con un taglio narrativo decisamente più autonomo rispetto a quello del primo episodio, ispirato dal libro di William Steig, pur lasciando inalterate le architravi che ne avevano decretato il successo, come la parodizzazione delle fiabe più celebri e dei suoi personaggi, e la citazione cinematografica. Non a caso infatti una delle prime scene del film è il rifacimento di quella in Da qui all’eternità di Fred Zinnemann dove Burt Lancaster bacia appassionatamente Deborah Kerr sulla spiaggia, solo che qui Fiona viene trascinata via da un’onda maligna e sostituita da una procace sirena, che deve poi subire le ire della principessa degli orchi. La storia si svolge nel regno di Lontano Lontano, luogo di origine di Fiona, e racconta dell’incontro tra la coppia di innamorati con i genitori di lei, che non accettano di buon grado la scelta della figlia. Per allontanarla da Shrek il re trama per far innamorare Fiona del Principe Azzurro, figlio della perfida Fata Madrina che non esita a mettere in gioco i suoi poteri per allontanare gli sposini. Dalla corte di Lord Farquard, Adamson ci porta in quella ancor più rutilante di Lontano Lontano dove mette in scena una straordinaria e comica parodia di Hollywood e delle cerimonie losangeline dello star system, come ad esempio la passerella per gli Oscar. Decisamente azzeccata è l’assunzione nel fiabesco cast stellare del Gatto con gli Stivali, felino straordinariamente perfido ma anche dolcemente vulnerabile e fedele, che ingaggia con Shrek e Ciuchino dei numeri assolutamente irresistibili. L’impressione è che Shrek 2 spinga ancor di più l’acceleratore verso un pubblico sempre più adulto che ben presto dimentica di trovarsi dinanzi degli attori generati al computer e che il suo vero nume tutelare sia sempre più quello doppio e nero dei fratelli Grimm.
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