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La mala educación

Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La mala educación

di stanley kubrick
8 stelle

LA SPERANZA PER UN VERO RAPPORTO OMOSESSUALE

"Di che cosa ridono questi mascheroni?"
"Di noi"

Dopo averci deliziato il nostro palato da veri cinefili con due grandi capolavori che rispondono al nome di Parla con Lei e Tutto Su mia Madre, il regista spagnolo Pedro Almodòvar prova a ritornare sulle ombre del sesso spinto con questo delizioso film melò con risvolti noir. E' proprio il sesso che caratterizza il cinema del regista e questa volta invece di un normale rapporto tra uomo e donna ci si concentra sull'omosessualità. I due (o tre?) ragazzi (prima bambini) omosessuali sono il vero centro del film, la ruota che non smette di girare mai. C'è il regista emergente di 27 anni che cerca nuova ispirazione. C'è l'attore teatrale che porta un testo al regista. C'è un disperato fratello (o sorella?) che cerca di farsi vivo. C'è un prete che ha accudito e ha insegnato tutto a questi tre individui. Fele Martinez interpreta il regista, Gael Garcìa Bernal fa il trio interpretando l'attore teatrale, il fratello dell'attore e la sorella (?) dei due. Queste ultime interpretazioni sono nell'ambito del film nel film. Il soggetto, la regia e la sceneggiatura sono tutte del regista spagnolo. Musiche meravigliose di Alberto Iglesias.
C'è un film nel film in questa pellicola. Potrebbe essere un operazione fastidiosa, ai limiti della sopportazione. Almodòvar ci sa fare e mantiene un ritmo sempre alto, giocando le sue migliori carte. Quell'attore teatrale, che risponde al nome di Angel, il quale fa finta di essere l'amico del regista (Enrique), Juan è la figura più pura del film. La visione che ne risulta è uno straziamento della mente che fa perdere le energie all'istante. Strazia il suo sguardo perso, vuoto, buio. Strazia il suo modo di comportarsi. Strazia il suo modo di trovare lavoro. In definitiva, il miglior personaggio della storia. E' proprio lui che porta Enrique al delirio autolesionistico. Prima facendogli credere di essere il suo vecchio amico. Dopo consegnandogli il testo o meglio libro scritto da lui stesso. Le giornate passano velocemente per il regista ma troppo lente per l'attore. L'essere e tempo si contrappongono nei due personaggi principali della stroria. Non c'è una precisa cognizione del tempo tra i due personaggi. Almodòvar si limita a piazzare gli attori davanti alla macchina da presa, controllarli come in un teatro di burattini per poi farli sfondare in un baratro che ha la forma della passione. Questo film nel film è un ottima trovata e sia gli attori che il regista lo dimostrano con prove esaltanti.
Si susseguono meravigliosamente le immagini che caratterizzano i due film. Si passa a una sequenza pedofila tra il prete e i bambini volentierosi nello studio a un altra sequenza che vede protagonisti i due personaggi che prima si buttano in piscina, poi litigano per la parte dell'attore su un personaggio, infine consumano un rapporto sessuale bollente. Il bello del film è questo. Le immagini hanno luci meravigliose tipiche dei migliori noir di Lynch e compagnia bella. Il melò si acquisisce noi. Si entra nei corpi dei protagonisti e ci si vive fino al tragico finale a sorpresa. Il film non riserva sorprese particolari se non nel finale e in altri due punti cruciali. Uno di questi è la scena della piscina quando Angel già Juan non si toglie le mutande. Enrique non si lascia ingannare e scopre che Angel è il fratello di Juan. Quest'ultimo è morto per un incidente. Ma torniamo alla piscina. E' un luogo erotico. Era già stato messo come punto cruciale da Ozon per il suo Swimming Pool. I due film presentano molte affinità. La piscina rappresenta un luogo dove si può essere disinibiti. Specie se è privata. Può essere colpevole del carattere che subiscono i protagonisti, le influenze, la spinta. Tutto questo per una semplice piscina privata dentro una villa. La piscina sembra influire addirittura sulla macchina da presa di Almodòvar. Le inquadrature dopo il bagno sono fisse prima sul corpo nudo di Enrique e successivamente sulle mutande di Angel. Aneddoti erotici o forse semplici inquadrature?
La passione carnale tra i due protagonisti è la chiave finale del film. Il fatto è che c'è una passione secondaria nel film. Quando Padre Manolo racconta la verità a Enrique tratta anche il tema del rapporto sessuale avuto tra il prete e Angel. La passione del prete ha subito un cambio di rotta. Da pedofilo con gli studenti a omosessuale diviso tra un trans (il vero Juan) e suo fratello (Angel). L'inquadratura finale presagisce a un qualcosa di fondamentale per Enrique. La sua ossessione ha virato la rotta. Se prima pensava solo alla parte di un trans nel film ora pensa al suo destino tra lui, il prete e Enrique. Il film nel film è finito e il cerchio si è chiuso. Le luci nello studio delle riprese si spengono a una a una mentre Angel rimane impassibile e piangente seduto su una sedia. E dopo questo arriva l'incubo vero e proprio. La storia raccontata nel film, in parte, è inventata. La storia finale raccontata dal prete è il simbolo del realismo decadente dell'omosessualità
Oltre a esserci il discorso sull'omosessualità c'è anche quello della transessualità. Angel vuole o solo fare la parte del transessuale nel film o vuole essere un vero e proprio transessuale. Almodòvar non ci svela niente. Le sue luci noir e la sua macchina da presa ci portano negli oscuri meandi della Spagna omosessuale e transessuale. La Spagna sporca, che nessuno e poi nessuno dei culturisti dovrà mai vedere. Dimenticatevi le cattedrali splendide di Madrid. Qui c'è solo il sesso sporco. Essere transessuali è già di per sè una brutta cosa. Ma essere transessuali e tossicodipendenti è ancora più grave. La situazioni di Juan è difficile. Sia nel film che nel film sul film. Nel primo perchè è un anima disperata in cerca di un aiuto. Ha il fratello accanto e il prete Manolo che deve risarcigli un milione altrimenti lui parlerà sulla sua situazione pre-fatti. E' un ricatto vero e proprio. Tuttavia si guarda avanti. Si confeziona palate di soldini per infine arrivare al milione promesso. L'eroina rimane e segna la tua morte improvvisa. Nel film sul film Juan è un transessuale che fa finta di essere la sorella di Juan per ricattare anche in questa storia il prete. Il prete segna i risvolti tipici del noir. Occhi affranti dalla stanchezza, estrema tranquillità e poca forza a tirare avanti nella vita. Il ricatto è sempre presente. Il rapporto sessuale e l'eroina no. Ma questo è un dato di fatto. Quello che ci fa piacere (?) sapere è che muore entrambe le volte. E con lui l'intera Spagna sporca.
L'inquadramento finale sulla parola passione è meraviglioso tanto quanto i due finale. Siamo ancora lontani da Donne Sull'Orlo di una Crisi Di Nervi o dai titoli citati all'inizio dell'opinione ma questo Almodòvar piace e appassiona. Sia per la vergogna messa a tacere dalla verità propria sia per l'amore impossibile e ritrovato da due bambini dopo 17 anni che hanno avuto insieme le prime esperienze sessuali.
Clamorosa l'unica stella sul dizionario Farinotti.

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