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I diari della motocicletta

Regia di Walter Salles vedi scheda film

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La recensione su I diari della motocicletta

di zombi
4 stelle

prima di andare al cinema per vedere questo DIARIOS DE MOTOCICLETA, vidi una foto su un giornale con granado alla guida della moto e guevara dietro che teneva le braccia allargate come in un film di "viaggio interiore per una scoperta di sè". il che è, ma era un presagio cattivo. che bei paesaggi, che belle fotografie mentali. una persona qualsiasi anche senza i capitali di cui ha potuto disporre il signor salles, con una macchina fotografica degna, riesce a fare lo stesso. per buona parte del film-viaggio, si assiste ad una serie di belle cartoline turistiche con didascalia, così si sa dove si è, e si sa come ripetere il mitico viaggio che ha formato il futuro CHE. il peggio viene raggiunto però quando arriviamo con i due protagonisti nella colonia di san pablo in mezzo ai lebbrosi. che razza di cacca passa per i festival di cinema. e dire che CENTRAL DO BRASIL faceva presagire ben altro dal "signor salles". è tutto così edificante che nemmeno nei film di propaganda russa che ho avuto la fortuna di visionare su raisatcinema(e dai con la pubblicità). si assiste ai primi piani di ernesto con lo sguardo perso in quel futuro che lo porterà a diventare un'icona da maglietta. la peggior fiction tv è qui nobilitata da un nome e un personaggio così ingombranti che di certo avrebbe meritato una trasposizione e un regista almeno degno di riprendere la più sdinlinquita performance di meryl streep. niente ci viene risparmiato, atroce l'arrivo a nuoto di ernesto all'altra sponda del rio con incitamento dei lebbrosi e abbraccio finale dei reietti tra i reietti, tutto ci viene spiegato come nei film muti con immagini intercalate alle didascalie. vien rabbia, e soprattutto vien voglia di leggere subito i diari da cui questa ciofeca è tratta. nel cinema in cui ho visto il film, il pubblico ha applaudito commosso. mentalmente ho partecipato, ma fisicamente le mie mani si rifiutavano di tributare cotanta CRAP.
il divo bernal è atteso al varco con l'attesissimo ultimo film di pedrito. di certo nei cinema avrebbero fatto meglio a trasmettere il bel documentario di gianni minà, "IN VIAGGIO CON CHE GUEVARA". guardandolo mi sono reso conto delle buone intenzioni di salles, ma allora a questo punto non era meglio farlo dirigere a granado? di occasioni perdute nel mondo dei films ce ne sono tantissime, ma su personaggi così impossibili da ridurre in 100 minuti di film, bisognerebbe proibire a certi inetti di mettere su le manacce. è indifendibile sotto ogni aspetto e a maggior ragione, ancor più demolibile dopo che ci si emoziona con quel meraviglioso pluriottantenne di granado e i suoi ricordi raccontati con una freschezza senza lacrime tutte le volte che raggiunge la troupe sui vari set. sicuramente per salles, de la serna e bernal, avere l'approvazione di granado in persona era qualcosa che andava al di là della riuscita effettiva della pellicola e sarà un ricordo che si trascineranno dietro per il resto della vita. però se mai un bernal o un de la serna verranno ricordati in quanto interpreti di guevara e di granado, sarà grazie a questo documentario.

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