Regia di Walter Salles vedi scheda film
Tratto dai diari di Alberto Granado e di Ernesto Guevara, "I diari della motocicletta" di Walter Salles narra le gesta dei due giovani argentini alle prese con un epico viaggio fra gli stati del continente sudamericano. Una sorta di road movie che attraversa Argentina, Cile, Perù, Colombia e Venezuela offrendoci il ritratto di due personaggi molto diversi fra loro ma legati da un rapporto d' amicizia indissolubile. Un biochimico ed un laureando in medicina di buona famiglia, partono per il puro gusto di viaggiare a bordo di una Norton 500 ribattezzata "poderosa" alla volta del Venezuela. La prima parte del viaggio, fra scorribande sentimentali e rovinose cadute in moto, funge essenzialmente a delineare personalità e carattere dei due protagonisti : El Fuser Guevara, onesto ed introverso idealista e Mial Granado allegro ed incorreggibile rubacuori. Insieme, una volta arrivati in Cile e perso il loro mezzo di trasporto, iniziano ad incrociare la loro strada con quella di un continente in rovina, vittima di una dilagante ignoranza, dilaniato dalla lebbra e dalla mala sanità in generale, povero oltre ogni immaginazione e sfruttato ed usurpato da una casta di pochissimi ma ricchissimi proprietari terrieri. Il contatto con questa realtà e con svariati indigeni incontrati nei vari stati risveglia qualcosa soprattutto in Ernesto che rafforza i propri ideali ed inizia a prendere coscienza del fatto che è impossibile rimanere indifferenti mentre il proprio paese muore lentamente. Certo, il tutto ha un sapore un pò romanzato ed alcune scene risultano effettivamente un pò forzate (ad esempio la scena della stoica traversata a nuoto del fiume) ma i pregi di questa pellicola sono vari e d' importanza non indifferente. Diretta con mano sicura da Salles, sempre ben calibrata fra l' aspetto umano e quello politico, ha una discreta fotografia e delle ambientazioni da mozzare il fiato ma tutt'altro che da cartolina. Raccontare la giovinezza del Che poteva facilmente rivelarsi una trappola retorica ma a mio avviso questo film cattura bene la crescita e l' evoluzione di uno dei personaggi più importanti della storia contemporanea (la rivoluzione senz' armi non è possibile, oppure la divisione del sudamerica è falsa ed illusoria). Bene De la Serna e funzionale ma non entusiasmante la prova di Bernal, probabilmente troppo acerbo per un personaggio di questa caratura. Un ottimo ed ideale capitolo "zero" da vedere prima del dittico girato da Soderbergh.
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