Regia di Amos Kollek vedi scheda film
Audrey Tautou, sempre più elfo sparito, stavolta interpreta Val, faciulla ingenua e ottimista che piomba nella Manhattan di oggi col sogno di diventare una rade attrice. Si installa come homeless davanti a casa di uno scrittore in crisi (Theroux), mollato dalla moglie e sospeso tra il nichilismo e una filantropia che lo sta portando alla rovina. Tra i due ovviamente scatta qualcosa, e nel frattempo seguiamo gli incontri della provinciale nella grande città: cameriere affette da ipersudorazione che vogliono far le attrici, portieri d’albergo, ricche ninfomani... Amos Kollek, autore del sopravvalutato giochetto Fast Food Fast Women, si rifà vivo con una operazione produttivamente balorda, né francese né americana. Lo stile non sa da che parte andare: prima ci dà giù di zoom, poi accenna qualche timido jump cut, e c’è pure un attimo di doccia della Tautou al ralenti... Ma la storia è una favoletta scontata (con personaggi mai appassionanti, e figurine di contorno false e melense), e i pochi azzardi di regia la rendono solo claudicante e confusa. Il film poi è doppiato, e dunque non si capisce perché i personaggi si lamentino dell’accento della protagonista, che parla in un perfetto italiano.
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