Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film
Una cameraman televisiva timida e solitaria entra in contatto con una banda di rapinatori, che la incaricano di riprendere uno dei loro colpi: per lei è l’inizio di una seconda vita esaltante e adrenalinica. Un noir che nella prima parte, simile a Sulle mie labbra, finge di essere una commedia (genere più frequentemente praticato da Klapisch); poi diventa sempre più chiaro che, nonostante le apparenze, il rapporto fra la ragazza e i banditi non è di simbiosi ma di parassitismo. Lei è diversa: gli altri cercano di convivere bene o male con la loro normalità (curare le coreografie delle spogliarelliste di un locale, gestire una minuscola tavola calda), lei abbandona una volta per sempre la sua normalità ed entra in un territorio inesplorato, dove si scopre capace di tutto; per un po’ cerca anche di mettersi in proprio, poi accetta di partecipare al colpo grosso, quello che ti può sistemare per la vita. Finale cruento, beffardo, amaro. Giudizio positivo, nonostante la sceneggiatura presenti inverosimiglianze e oscurità (perché riprendere la rapina? per puro esibizionismo o per qualche altro motivo?). Resta un mistero anche il titolo italiano, che indica un dispositivo per invertire automaticamente il lato delle musicassette; quello originale significa “Né pro né contro, tutt’altro”.
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