Regia di Francesco De Robertis vedi scheda film
Il custode di una nave da guerra in disarmo ripercorre le vicissitudini che lo videro, l'8 settembre del 1943, partecipare a un'azione eroica e al contempo tragica proprio su quella nave, sulla quale era marinaio.
Scritto dal regista insieme a Giorgio Pastina e Nicola Morabito, Fantasmi del mare è un film di guerra, ambiente marinaresco, di modeste pretese e dignitosa fattura: bene o male la pellicola media per Francesco De Robertis, che nella realtà in marina ci rimase a lungo e ne fu anche ufficiale. La sua carriera cinematografica è stata in effetti improntata su queste tematiche: navi militari nostrane, marinai eroici, patriottismo, azioni ardimentose; la pellicola esce in sostanza già vecchia, contemporanea di un neorealismo che si leccava le ferite derivanti dal secondo conflitto mondiale e che tutto cercava di fare, tranne che di esaltare il potenziale militare e il coraggio in battaglia degli italiani. Anzi: pur non negandolo, il nostro cinema dell'immediato secondo dopoguerra tentava in qualche modo di tenere nascosto, di soffocare il pur troppo recente ricordo delle miserie e delle sofferenze del periodo bellico; un film come Fantasmi del mare giunge quindi sul grande schermo in netto ritardo e in odore di impopolarità. Fra gli interpreti a disposizione di De Robertis scarseggiano i nomi noti; si possono citare Gaby Sylvia, Raf Pindi e un debuttante che troverà discreta popolarità nei successivi decenni, ma sempre in ruoli di spalla o da caratterista, cioè Umberto Raho. Cento minuti nei quali la narrazione procede a ritmo blando e la retorica la fa da padrone. 2,5/10.
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