Regia di Fiorella Infascelli vedi scheda film
Il vestito da sposa è l' oggetto su cui s' appunta tutta l' attenzione e l' aspettativa di colei che, appunto, sta per compiere il grande passo.Ma la ragazza è ,anche, una laureanda in veterinaria: e un cane distratto e quattro cacciatori da fiaba cattiva saranno gli attori della sua trasformazione.Niente più matrimonio (nè vestito), niente più fidanzato(che non ne capisce le bizze, la paura, la regressione), niente più studio(meglio trovare un posto da pasticcera, aiutata da un ragazzetto timido e rosso di capelli un pò innamorato del suo carattere umbratile ma giocoso).Questo film girato dall' autobiografica regista di "Zuppa di pesce" presenta dialoghi di una falsità letterario-didascalica da mettersi le mani nei capelli, paesaggi magnifici, lunghe sessioni di camminate di Maya Sansa a testimoniare dei suoi diversi soprassalti interni.C' è ,poi, un uomo condannato dalla madre a vestire per la vita le illusioni di amore di ragazze belle o straripanti con relative future suocere a dirigere i preparativi, e c' è una madre che tutto capisce e nulla può fare per opporsi alla figlia che ama più di ogni cosa(la sempre grandissima Piera Degli Esposti).C'è la provincia, che annega il suo benessere stretto coi denti fra gesta da branco cresciuto e incattivito con gli anni e successivi, mediocrissimi ricatti e invidie non sopite.E' bene non scordare, infine, che la recitazione di Andrea Di Stefano è consustanziale alla materia del "sogno" e tenta (chapeau!) di ritrovare il sudore, l' ansia, l' affabulazione parallela al lato diurno delle cose che già tentò e raggiunse con Marco Bellocchio nel "Principe di Homburg".Anche Maya, pure bellocchiana, ci racconta con accenti commuoventi e dolcissimi il suo stupore, stupore di bambina.Questo film va, se non amato, osservato per "piccole, buone cose" che semina lungo il tragitto, non per la tenuta diegetica.Onesto, comunque.
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