Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
E' vero che la miscela di cinema brillante e cinema fantastico, per l'Italia, è una mossa pochissimo frequentata, si contano sulle dita di una mano, o poco più, le pellicole di tale categoria, o sottogenere che si voglia. Tra queste, "Fantasmi a Roma" è tra le più riuscite: nobile squattrinato, il principe Annibale non intende cedere il proprio palazzo ad una compagnia che vorrebbe farne un supermercato, e lo circondano, senza che egli lo sappia, dei fantasmi che lo tutelano, lo osservano, commentano quello che fa, e tra questi c'è lo spettro del fratello maggiore, morto da bambino. Tra stratagemmi, beffe all'indisponente rappresentante del gruppo edile ( impersonato, come molte altre canaglie del cinema italiano, da Claudio Gora), viene coinvolto anche l'ectoplasma del pittore Giovan Battista Villari, detto "Il Caparra", che sarà decisivo per la disputa circa la vendita dell'immobile.... Si torna a dire che Antonio Pietrangeli non è stato un regista apprezzato e ricordato come invece meriterebbe: un tocco elegante nella conduzione di trame e attori, l'attenzione ai ritocchi della psicologia dei personaggi, la capacità di non essere mai banale. Chiaramente, un cast da sogno composto da Marcello Mastroianni, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Tino Buazzelli, con l'aggiunta del già citato Gora, Sandra Milo e Belinda Lee aiuta: e viene da pensare che una pellicola realizzata con il garbo che contraddistingue questa, è merce rara.
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