Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
Simpatica, garbata, elegante commedia fantastica e surreale diretta da un ispirato Antonio Pietrangeli. Di fronte alla consueta speculazione edilizia, tre fantasmi (un dongiovanni impenitente, un frate piuttosto cicciotello, morto per aver mangiato delle polpette avvelenate, una donna suicidatasi per amore) si impegnano per evitare che il nobile palazzo patrizio nel quale hanno sempre vissuto venga abbattuto per lasciare posto a un gigantesco centro commerciale. Ci sarà bisogno dell'aiuto di un pittore-fantasma del cinquecento, che in una notte realizzerà uno splendido affresco, scambiato poi per un Caravaggio, perché i nostri riescano a spuntarla sulla corruzione e gli interessi materiali in gioco, salvando così la loro casa. Grazie ad una sceneggiatura spumeggiante spiritosa ed intelligente, ricca di ironia e di diverse battute e situazioni riuscite ed azzeccate, alla quale hanno collaborato oltre al regista, Scola, Flaiano e Maccari, (e l'Italietta degli arrivisti, approfittatori, imbroglioni e truffatori certo non ne esce molto bene: sono passati oltre quarant'anni dal film ma nulla pare cambiato), alla splendida fotografia di Giuseppe Rotunno e alla regia calibrata, misurata, favolistica, quasi poetica (molto bella la sequenza del trapasso del principe Annibale, con tutti intorno al suo letto a piangere, mentre i fantasmi si domandano il perché di tanto dolore, visto che il dopo è decisamente meglio) Pietrangeli realizza un'opera inconsueta nell'ambito del panorama della commedia italiana, all'altezza di celebri commedie americane con fantasmi come ad esempio "Il fantasma e la signora Muir". Certo alla riuscita del film contribuisce non poco l'affiatato cast dove vecchie glorie del teatro e campioni del cinema si passano la palla con grande umorismo e notevole scioltezza. E se Mastroianni in un triplice ruolo è semplicemente sensazionale, e Sandra Milo nei panni di Donna Flora suscita tenerezza e simpatia, la palma dei migliori va senz'altro a Eduardo De Filippo, nella sua più bella parte cinematografica, strepitoso come Principe Annibale e soprattutto Tino Buazzelli memorabile come Frate Bartolomeo, e i suoi battibecchi con Mastroianni e Gassman sono davvero esilaranti e spassosi. Quanto a Vittorio Gassman è sempre troppo teatrale e gigionesco: certo le sue reazioni di fronte al critico d'arte che scambia costantemente i suoi dipinti per opere di Caravaggio sono buffonesche e assai divertenti, ma nel complesso è il meno convincente della compagnia. Prodotto da Franco Cristaldi, all'epoca fu apprezzato molto di più all'estero dove raccolse tre premi internazionali che non in Italia, dove rimase incompreso. Peccato perché è una commedia acuta, moderna e vivace: se fosse realizzata oggi si potrebbe gridare al miracolo. Ma come dice Fra Bartolomeo, ironizzando su come cambiano i costumi, erano altri tempi: ci si poteva permettere il lusso di snobbare opere che oggi possiamo solo rimpiangere!!!
Voto: 7+
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