Regia di Jens Lien vedi scheda film
Jonny alleva vermi ed è amico dall’infanzia di Magnus e Tuve, sposati e con un bambino. Da tempo ha una relazione segreta con Tuve e la sua preoccupazione maggiore viene dal non avere un’auto per le consegne di vermi ai clienti.
Dopo un discreto apprendistato con una serie di corti, ecco che il norvegese Jens Lien, nel 2003, esordisce nel lungometraggio con questo Jonny Vang, ritrattino di provincia nordica in chiave agrodolce e tragicomica. La sceneggiatura di Ståle Stein Berg pecca probabilmente di scarsa dinamica, lasciando l’azione scorrere lentamente alle spalle di personaggi – in primo piano in tutto il racconto – sufficientemente caratterizzati, ma un po’ troppo impermeabili al contesto circostante. Jonny Vang sembra insomma più un diario, un racconto intimo e personale, che un quadro d’insieme e questo anche senza l’utilizzo del narratore in prima persona, anzi: sfruttando soltanto la terza persona nella voce off in apertura e chiusura. Pecche semmai ‘grammaticali’, a ogni modo, mentre il lessico della pellicola funziona a dovere; qualche gag demenziale disseminata qua e là (l’incipit o la madre ninfomane in ospedale) pare suggerire intenzioni apertamente comiche, negate però dal procedere drammatico della storia, che va a chiudersi a ogni modo con un finale a tarallucci e vino fin troppo sbrigativo. Pur non avendo molta esperienza sul set, colpisce positivamente il protagonista Aksel Hennie; al suo fianco completano il triangolo di interpreti principali Laila Goody e Fridtjov Såheim. Il secondo lungometraggio di Lien arriverà tre anni più tardi con The bothersome man (2006). 5/10.
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