Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Ceci n’est pas une pipe, si intitola un quadro di Magritte, che mostra appunto una pipa. Così il suo collega Buñuel, altrettanto surrealista - ne Le fantôme de la liberté - vuole mostrarci che le cose che ci circondano non sono così scontate come appaiono. Prendendo come oggetto soprattutto la borghesia - la classe sociale più ovvia, più noiosa - Buñuel ci mostra l’artificiosità delle convenzioni, di tutto quello che diamo per scontato. Niente è - e nemmeno deve essere - come sembra. Per questo ad esempio due genitori si scandalizzano per delle normali foto di paesaggio; altri cercano di trovare la figlia scomparsa, che in realtà è lì, davanti ai loro occhi; ed alcuni commensali fanno i loro bisogni fisiologici tutti insieme, seduti su enormi cessi, mentre vanno a mangiare in stanzini solitari e appartati. Con paradosso, con feroce ironia, Buñuel mostra come la realtà sia pura consuetudine, e come possa essere con facilità manipolata: come dietro ad essa si nasconda un vuoto inquietante, dai volti indefiniti. Come la libertà sia appunto un fantasma: siamo prigionieri delle nostre interpretazioni, di quello che la società impone, dello sguardo univoco che gettiamo intorno. Mentre la visione capovolta è insieme spassosa e diabolica.
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