Regia di Marcelo Piñeyro vedi scheda film
Ma davvero l’Argentina non produce qualcosa di meglio del tremendo Valentin di Agresti e di questo Kamchatka? Anche qui, come nell’altro film, c’è di mezzo un bambino, solo che la scelta del punto di vista infantile qui è il mezzo per evitare di fare i conti fino i fondo col tema scelto: il grande fantasma della dittatura dei colonnelli. Il film narra l’idillio campestre di una famiglia di dissidenti che si rifugiano in una villa abbandonata nei giorni del golpe. Siccome il protagonista è un bambino, si evita di raccontare davvero la tragedia e la vergogna dei desaparecidos. In compenso, abbondano tutti i cliché del genere Storia-attraverso-gli-occhi-del-bambino: i genitori angosciati visti da dietro lo stipite di una porta, una figura mitica come simbolo della fantasia e della speranza (qui è il mago Houdini), la voce off col senno di poi. Gli attori, inchiodati a personaggi inesistenti, non possono nulla. Il titolo (che è il nome di una regione russa) ha proprio l’origine che immaginano tutti i conoscitori del “Risiko”, col quale giocano padre e figlio nel film. Ma indica anche, come dice senza pudore la voce off nell’ultima battuta, «un posto dove resistere».
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta