Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
La casa cinematografica produttrice (Warner Bros) e la coppia di protagonisti (Jolie, Hawke, con qualche incursione di Sutherland) facevano ben sperare. Anche il prologo presentava spunti di un certo interesse.
Quanto segue, tuttavia, è di poco superiore al piattume più totale.
Confermo (quanto riportato da FilmTV) che la sceneggiatura è quanto di più esile ci sia. Non inesistente o completamente da buttare, ma superficiale, improvvisata, poco originale e troppo spesso inverosimile (buchi e incongruenze si sprecano e tutto il finale è abbondantemente prevedibile… anche se, pensandoci bene, a voler essere maliziosi il film diventa prevedibile già molto prima…). La regia non riesce a valorizzare al meglio i contributi degli interpreti (o forse, un poco, solo nel momento in cui la bella detective attiva le antenne del radar e scandaglia il proprio campo visivo).
A proposito della bella A. Jolie: di sicuro si sforza di dare fascino al macabro che affiora dai posti più disparati, ma (per carità, non era così semplice) inutile riconoscere come le sua impresa sia votata, da subito, al fallimento (forse perché, a ben vedere, avrebbe ottenuto più credito un’attrice capace di farsi apprezzare non solo per le proprie generose curve). L’impegno è modesto (tranne in poche scene “casalinghe”) e il risultato misero misero.
Identità violate rientra di diritto fra quei thriller per cui c’è sempre una buona ragione per fare a meno di vederli.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta